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time to grow upGrosseto vanta, grazie anche ad una componente infermieristica molto attiva e competente, un esperienza in ambito di formazione in simulazione molto avanzata. È quindi con piacere che vi giriamo questo articolo ,La simulazione: metodo di apprendimento o metodo didattico?, della collega Rita Malacarne, U.O. Human Factor and non techincal skills. "Mi sono altresì resa conto della possibile erronea interpretazione che si può dare alla formazione attraverso la simulazione, il rischio è che diventi soltanto un metodo didattico, inteso come un metodo che riguarda le modalità di insegnamento, segregando ad un ruolo marginale il vero senso della simulazione: l’acquisizione di una qualche forma di cognizione consapevole...." Leggi tutto su http://www.simulazionemedica.com/la-simulazione-metodo-apprendimento-metodo-didattico/

Fonte e foto: simulazionemedica.it, 14 giugno 2017

Manifesto IPASVI Toscana SI e NOLa macro sintesi dell'incontro generale del 5 giugno scorso sulla "Questione Infermieristica" in Toscana.

Fonte: "MET" (http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=245911)

Per gli standard europei, secondo le stime del 2016, occorrono altri 2600 infermieri in Toscana
Ordini, sindacati e dirigenti riuniti lunedì 5 giugno in una tavola rotonda a Firenze all’Hotel Astoria

“La questione infermieristica non riguarda solo la copertura dei turni, ma anche e soprattutto i modelli di competenze”. Questa, in sintesi, è la visione comune di tutte le rappresentanze toscane degli infermieri, riunite lunedì 5 giugno all’Hotel Astoria di Firenze. Presenti, i Collegi Ipasvi della Toscana, sotto la regia del Collegio Ipasvi di Firenze e Grosseto, ma anche dirigenti aziendali, sindacati e responsabili della formazione. Gli elementi di convergenza emersi nel corso della tavola rotonda sono stati i punti inerenti la professione infermieristica, elencati nel documento consegnato ad aprile all’assessore alla Sanità Stefania Saccardi. Riguardano temi fondamentali per la professione infermieristica, per i quali si attende l’istituzione di tavoli tecnici: la figura dell’infermiere di famiglia, la necessità di indirizzi regionali sul dipartimento infermieristico, l’importanza di indirizzi alle aziende pubbliche e private per la formazione, l’istituzione di un sistema di certificazione delle competenze, la definizione del ruolo dell’infermiere nell’area socio sanitaria e della disabilità, l’istituzione della scuola manageriale regionale, il sistema dell'emergenza urgenza.

Leggi tutto: fronte comune delle rappresentanze degli infermieri “Vogliamo una legge sui nuovi modelli di...

ipasvi piccoloLa buona notizia: L'ordine degli infermieri è sempre più a portata di mano e ci saranno importanti novità in tema di ricambio e trasparenza. Qui il link: http://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=51480

Parlare di Ordini e Collegi è forse come il Jazz. (in realtà il jazz in questa metafora era associata a riferimenti scatologici ma lasciamo perdere), piace solo a chi negli ordini e collegi ci sta. Ed è un peccato. Un peccato perchè l'Ordine dovrebbe essere sentito come un qualcosa di fortemente appartenente alla comunità professionale ma se ciò a volte non accade un perchè bisogna porlo. Potremmo fare, come nel management, diagrammi di causa effetto, griglie swot e chi più ne ha più ne metta.

In realtà la questione penso sia molto semplice.I consigli fanno fatica a coinvolgere ed aggregare, molte battaglie politiche non vengono recepite come importanti da buona parte dei colleghi, siamo molto ancorati ad ottenere risoluzioni contrattuali e sindacali piuttosto che professionali, siamo stanchi e demotivati, c'è una forte sete di azioni eclatanti e violente piuttosto che dibattimenti, posizionamenti e pressioni, c'è un pregiudizio grosso come una casa da abbattere, c'è una tassa obbligatoria che renderebbe antipatico l'ordine anche se a guidarlo fosse Papa Francesco. Giunto alla fine del mio secondo mandato credo che il Collegio di Grosseto si sia contraddistinto, al netto delle iniziative tangibili e documentate di spessore più pragmatico, se non altro per il tentativo costante e cocciuto di essere trasparente, accogliente, inclusivo e disponibile creando un livello di informalità accanto alla forma istituzionale teso al fine ultimo di creare senso di identità comunitaria professionale. Eppure ancora oggi tanti colleghi sono convinti, ad esempio, che i consiglieri facciano questo di lavoro, che prendano gettoni di presenza strabilianti, che abbiano distacchi favori e chissà cosa.Un po' la sindrome del sospetto generalizzata e rivolta a chiunque abbia un ruolo isituzionale che in questi anni va per la maggiore. Ma si capisce. Si comprende. Ho imparato che come fai sbagli, che il ruolo istituzionale crea muri comunque, ed è una banalità di un vero clamoroso.

Leggi tutto: Riforma ordinistica. La partecipazione e il ricambio imposto per legge?

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