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Logo salviamo SSN sito 200Il Collegio di Grosseto, supporting organization del progetto "salviamo il nostro SSN" segnala il secondo rapporto di GIMBE sulla sostenibilità del SSN. Il rapporto completo è visionabile al link: http://www.rapportogimbe.it/. non esiste alcun disegno occulto di smantellamento e privatizzazione del Servizio Sanitario Nazionale, dice GIMBE,  ma continua a mancare un piano preciso di salvataggio, condizionato dalla limitata capacità della politica di guardare a medio-lungo termine. Nella consapevolezza che la sanità rappresenta sia un considerevole capitolo di spesa pubblica da ottimizzare, sia una leva di sviluppo economico da sostenere, il Rapporto valuta invece con una prospettiva decennale il tema della sostenibilità del SSN, ripartendo dal suo obiettivo primario: promuovere, mantenere e recuperare la salute delle persone. il problema della sostenibilità, si legge nel rapporto,  non è di natura squisitamente finanziaria, perché un’aumentata disponibilità di risorse non permette comunque di risolvere cinque criticità ampiamente documentate nei paesi industrializzati: l’estrema variabilità nell’utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie; gli effetti avversi dell’eccesso di medicalizzazione; le diseguaglianze conseguenti al sotto-utilizzo di servizi e prestazioni sanitarie dall’elevato value; l’incapacità di attuare efficaci strategie di prevenzione; gli sprechi, che si annidano a tutti i livelli. Purtroppo, i limiti e le contraddizioni dei governi che si sono alternati in Italia negli ultimi decenni hanno offuscato le nostre aspirazioni e prospettive future e, soprattutto, quelle dei nostri figli perché:
 - non si sono ispirati al principio health in all, che imporrebbe di orientare tutte le decisioni politiche non solo sanitarie, ma anche industriali, ambientali, sociali, economiche e fiscali) mettendo sempre al centro la salute dei cittadini;

-  hanno permesso alla politica partitica (politics) di avvilupparsi in maniera indissolubile alle politiche sanitarie (policies), determinando scelte condizionate da interessi di varia natura, dai più nobili a quelli penalmente perseguibili;

-hanno accettato continui compromessi con l’industria, sia perché un’elevata domanda di servizi e prestazioni sanitarie genera occupazione, sia perché l’introduzione di specifiche misure di prevenzione rischia di ridurre posti di lavoro.

codice deontologicoCome da Circolare 6/2017 e 29/2017 della federazione Nazionale Collegi IPASVI siamo ad ottemperare a quanto richiesto e alleghiamo il contributo degli infermieri grossetani alla bozza del nuovo codice deontologico. La scelta di renderlo pubblico nasce prioritariamente come gesto di correttezza e trasparenza nei confronti degli iscritti che hanno partecipato alle riunioni e che possono così verificare l'inserimento delle osservazioni portate. 

La discussione si è svolta esclusivamente come gruppo tra pari attraverso un brainstorming libero dove i colleghi hanno espresso le competenze, esperienze e conoscenze peculiari da loro possedute. Il Collegio di Grosseto crede infatti fortemente che il codice deontologico debba essere elemento identitario spontaneo e automaticamente comprensibile e, dove questo non è accaduto, al netto della mancanza molto sentita da tutti di un commentario/glossario e di una premessa che rendesse la bozza leggibile nella sua vision generale, ne è stata presa nota senza voler porre elementi di giudizio. È emerso come le parole chiave di semplicità e chiarezza siano in parte assenti nella bozza proposta così come è stata rilevata una scarsa incisività pragmatica e operativa e contenuti di eccessiva equivocabilità, elementi avvertiti come particolarmente cruciali secondo l'assunto che a leggere e a pretendere il rispetto del Codice saranno anche cittadini e magistratura.

ALLEGATO: OSSERVAZIONI IPASVI GR BOZZA CODICE DEONTOLOGICO

 

 

Dal primo piano della Federazionepensione Nazionale Collegi IPASVI

Una buona notizia - anche se resta il neo del mancato riconoscimento di “lavoro usurante” ma solo di quello "gravoso" - quella della possibilità dal 17 giugno al 15 luglio per gli infermieri in determinate condizioni di presentare la domanda per la cosiddetta “Ape sociale” per essere ‘accompagnati alla pensione’ prima di raggiungere l’età e i requisiti di legge. Una indennità che vale come la rata mensile di pensione al momento dell’accesso alla prestazione (se è meno di 1.500 euro) o uguale a 1.500 euro se la pensione è pari o maggiore di questo importo. [leggi tutto su ipasvi.it alla pagina http://www.ipasvi.it/attualita/ape-sociale-mangiacavalli-ipasvi-ldquo-una-buona-notizia-ora-si-riclassifichi-la-professione-come-usurante-rdquo--id2127.htm]

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