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Con la presentazione ufficiale al terzo Congresso nazionale della FNOPI svolto a Rimini, è entrato in vigore, dal 22 marzo 2025, il nuovo testo aggiornato del Codice Deontologico delle professioni infermieristiche, così come approvato all’unanimità dal Consiglio nazionale della Federazione lo scorso 21 febbraio a Roma.
 
Il testo, novellato rispetto alla precedente edizione del 2019, è stato reso disponibile tramite migliaia di opuscoli distribuiti ai congressisti ed è ora consultabile liberamente (download PDF)
 
Tre sono state le direttrici sulle quali si è sviluppato il percorso di revisione
 
Normativa: analisi e inserimento dei principi di pertinenza delle nuove norme intervenute negli ultimi sei anni (ad esempio: principi di sussidiarietà degli Ordini, cumulo di impieghi, pubblicità sanitaria, equo compenso, CTU).
 
Società, education e comunicazione: analisi e riflessione sui cambiamenti sociali intercorsi (in tema di comunicazione e approccio One Health tra cui la sostenibilità ecologica, discriminazione nelle diverse età della vita e approcci alla cura comunitaria, fragilità digitale
 
Professione: analisi e riflessione sui cambiamenti in corso (come gestione delle emergenze pubbliche, tecnologia e digitalizzazione nei processi di cura, principio di supporto e solidarietà professionale)

prefetto 2025Grosseto, venerdi 14 marzo 2025
Comunicato stampa

La dottoressa Berardino ha ricevuto una delegazione composta da Draoli, Grechi Pastorelli.

Una delegazione dell'Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto è stata ricevuta ieri, giovedì 13 marzo, dal Prefetto Paola Berardino.
"Ringraziamo sua eccellenza il Prefetto per l'incontro e il confronto avuti e anche per la celerità con cui ha accolto la nostra richiesta di colloquio", commenta Nicola Draoli, presidente di Opi Grosseto, che è stato accolto in Prefettura insieme al vicepresidente Luca Grechi e a Vanni Pastorelli, membro di Opi Grosseto.


Al centro dell'incontro il tema della violenza ai danni degli operatori sanitari che, proprio nei giorni scorsi, è stato oggetto delle cronache. "Abbiamo portato il nostro punto di vista e proposto una serie di soluzioni per evitare che gli operatori sanitari siano vittima di aggressione. Il nostro intento - prosegue Draoli - è quello di poter dare un contributo utile per arricchire i percorsi che già la Prefettura mette in atto con l'Azienda sanitaria. E' stato un confronto ricco di suggerimenti, di spunti e incentrato sull'ascolto reciproco e questo non può che farci grande piacere. Ringraziamo, quindi, la Prefettura e siamo certi che questo sarà l'inizio di una collaborazione fattiva, che coinvolgerà anche altri soggetti del territorio".

violenza operatoriGrosseto, martedì 11 marzo 2025
Comunicato stampa

Nicola Draoli, presidente Opi Grosseto: “Fondamentale segnalare bene agli organi preposti il problema e senza generalizzare, per tutelare davvero cittadini e operatori”

 

Domani, 12 marzo, è la Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari. “Una ricorrenza che arriva – dice Nicola Draoli, presidente di Opi Grosseto – a pochi giorni da una nuova aggressione verso un’infermiera, e per la quale torniamo a esprimere anche pubblicamente vicinanza nei confronti della collega, ma che ci dà lo spunto per condividere anche un’altra riflessione.

Le aggressioni fisiche sono eventi fortunatamente più rari e che, proprio in virtù della loro straordinarietà conquistano giustamente gli spazi della cronaca, ma sono le violenze verbali più o meno esplicite quelle che sono quotidianamente presenti, nel vissuto degli operatori sanitari e sociosanitari. Capita sovente, a mezzo stampa e ancor più spesso sui social media, che si leggano ‘denunce' ai danni di quello che non funziona in sanità. Si tratta, purtroppo, di considerazioni spesso generiche in cui non si evidenzia nello specifico il problema, che può essere un problema strutturale, di manutenzione o un servizio di informazione che non ha risposto nei dovuti tempi, ma diventano, sempre, una contrapposizione tra il cittadino e un generico ‘loro’.

Ad essere messa sotto accusa, così, è la sanità nel suo complesso e questo crea distanza, aumenta la sfiducia e il disappunto dei cittadini che, ricordiamolo, se si rivolgono al servizio sanitario è perché vivono una condizione problematica, di fragilità e di disagio; anche questo è, a nostro avviso, uno degli elementi che produce violenza. Crediamo che sia giusto segnalare, anche e soprattutto nei canali preposti come l’Urp, i malfunzionamenti e le piccole e grandi difficoltà che chi si trova a richiedere servizi pubblici può incontrare, perché dietro alle prestazioni e alle procedure ci sono, comunque, essere umani, ma che si debba fare uno sforzo per non generalizzare ed evitare, quindi, di creare un clima teso, che getta le basi per un comportamento, se non violento, quanto meno indisponente”.

“Accanto a questo – prosegue Draoli – è fondamentale l’educazione degli operatori sanitari e sociosanitari verso le tecniche che portano a disinnescare la violenza e anche l’attività di informazione e sensibilizzazione portate avanti dall’Azienda sanitaria e da altri enti pubblici preposti all’erogazione di servizi ai cittadini. Ma in prima battuta, serve una riflessione condivisa e, di fronte al desiderio comprensibile di denunciare un fatto negativo, anche la correttezza di segnalarlo nelle sue specificità, senza generalizzare prima con i percorsi dovuti. Ecco, credo che proprio partendo da qui, si possa promuovere un cambiamento culturale importante e tutelare, al contempo, i cittadini e gli operatori”.

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