Girovagando su Facebook mi appare questa foto. Descrive alcune peculiarità del Nurse Practitioner Americano. Prima leggete e poi tornate qui…
Come prima cosa ho pensato, e credo anche voi, ma perché non siamo in quella maturità professionale, formativa, organizzativa? Ho anche pensato: “accidenti, quasi un medico di medicina generale”. Ecco, su questo ultimo pensiero mi sono fermato anche un poco stupito e mi sono detto no. Ci sono molti fattori che frenano la nostra crescita. Molti derivano direttamente da noi stessi nei vari livelli in cui operiamo ed esistiamo, altri dalla continua tensione interprofessionale - in particolar modo con i medici - che ci accusano di aggredire ambiti di loro competenza specifica. Credo che il fulcro di tale ansia sottrattiva derivi da una scarsa fiducia ed identità disciplinare di entrambe le professioni e da un sistema sanitario culturalmente miope e limitato.
L’evoluzione culturale del sistema arriverà quando smetteremo tutti di chiederci chi può fare cosa in termini asettici e decontestualizzati e cominceremo a chiederci cosa quel professionista può fare per dare risposte che servono rispettando appropriatezze cliniche ed economiche.
Ad ogni modo se pure io che professo, anche forse eccessivamente, il messaggio “non è l’atto a fare il professionista ma il ragionamento disciplinare” mi sono ritrovato a pensare come primo impulso…”quasi come un medico”…vuol dire che siamo ancora tanto viziati nel pensiero inconscio.
Allora mi sono messo ad analizzare un po’ meglio le funzioni descritte e mi sono reso conto che invece c’è molta disciplina infermieristica e che di fatto non siamo così lontani da quel depliant se solo avessimo delle norme più coraggiose a supporto ma anche se avessimo noi stessi il coraggio di pretendere di lavorare secondo le norme che già ci sono e ci descrivono.
vediamolli insieme questi punti che descrivono il Nurse Practitioner: