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Di seguito il Comunicato Stampa dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Grosseto come da oggetto:

to.do .list In questa continua riorganizzazione Aziendale  assistiamo stanchi e preoccupati ad un vorticoso susseguirsi di cambiamenti che ancora non recepisce alcune basilari istanze di rispetto, che abbiamo chiesto e sulle quali eravamo stati rassicurati e che purtroppo, ad oggi, non hanno risposte tangibili . Noi infermieri, già gravati da un mancato o lentissimo ricambio del turnover,  stiamo assicurando il cambiamento organizzativo richiesto, che chiede sempre più impegno con minori risorse sia umane che economiche. Questo riassetto prevede inoltre un rapido ed incessante tour de force formativo e riunioni interne che,  pur nella stanchezza dovuta a turni massacranti e ferie non godibili, viene rispettato. I numerosi incontri si svolgono prevalentemente a Siena ed ancora oggi, nonostante le nostre segnalazioni, l'orario del viaggio non ci viene riconosciuto. Questa situazione non è più sostenibile per noi che lo percepiamo come elemento di mancato rispetto per il faticoso impegno che stiamo dimostrando. Inoltre ai colleghi che smontano dal turno di notte non vengono riconosciute le ore dedicate a formazione e riunioni ed anche qui, l'etica ed il senso di responsabilità fanno sì che gli infermieri comunque continuo a partecipare senza  il riconoscimento dell'impegno orario. Ed ancora, ultimamente il sistema sta creando "referenti" su svariate tematiche, che si ritrovano tali,  dopo qualche ora di formazione in aula e senza essere stati preventivamente informati che sarebbero "usciti" referenti su un percorso. Un lodabile e pregevole tentativo questo dell'Azienda, che a nostro avviso però, sembra  preoccuparsi prioritariamente di garantire l'avvio dei percorsi e della certificazione formativa senza una linea di governo chiara e solida. Siamo certi che il recente bando del comparto che definirà le linee di responsabilità infermieristica aiuti a ritrovare rotta e chiarezza. Ad oggi, però, si stanno sommando attribuzioni di responsabilità non concordate, frettolose trasformazioni, implementazioni di nuovi servizi velocissime ed incessanti, senza le risorse umane adeguate e senza nemmeno riconoscere almeno le ore dedicate a tale scopo. Consapevoli dei limiti contrattuali ma certi che basterebbe una visione più elastica, noi infermieri crediamo fermamente nel cambiamento e vogliamo sostenerlo ma con serenità, chiarezza progettuale ed un riconoscimento dell'impegno dato, elementi che ad oggi riscontriamo come decisamente carenti.

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tesiÈ uscito il bando per le docenze al corso di Laurea in Infermieristica Sedi di Grosseto e Siena. Link: http://wei.uslsudest.toscana.it/albo_pretorio/portaldata/albo_files/10555_DeliberaDG.pdf
L'OPI di Grosseto esprime soddisfazione per i criteri che riconoscono valore e importanza alla professione nel suo contesto universitario e di expertise clinica:
- riconoscimento  per i laureati magistrali 
- criterio obbligatorio di esperienza di almeno tre anni nel modulo di insegnamento
- ambiti contendibili con la laurea in Medicina come ad esempio nel modulo"Rischio clinico" e "Semeiotica".
Buona fortuna a tutti i partecipanti. La formazione dei futuri colleghi è un elemento fondamentale e non può essere improvvisata solo per fare curriculum, sono necessarie competenze, motivazioni, esperienza, serietà. 
 

Dialogo convegno 16 marzoOggi al convegno di cittadinanzattiva "Dialogo, Ben-essere e comunità", il Presidente OPI Grosseto Nicola Draoli ha presentato una relazione dal titolo "Salute in crisi di identità". Dialogo è un progetto per noi molto importante che vogliamo sostenere con forza. La tesoriera Mirella Santucci sarà la referente per costruire i laboratori di pensiero con la cittadinanza. Dialogare con i cittadini e trovare alleanze strategiche è non solo fondamentale, ma un obiettivo prioritario per ogni Ordine che ha nella tutela del cittadino, attraverso la valorizzazione della professione, il suo primo scopo. 

 

"La salute è quindi una sfera da analizzare esclusivamente dal punto di vista qualitativo prima che quantitativo e risente di una imprescindibile soggettività che, se mai può essere studiata, ha bisogno di forti competenze relazionali e di un tempo di cura adeguato. Elementi entrambi rari nelle organizzazioni sanitarie moderne. Ad esempio secondo una ricerca ISTAT del 2018 Quasi 9 milioni di italiani hanno paura di restare soli al momento del bisogno. Anziani, con basso titolo di studio e scarso reddito, ma non solo. La solitudine spaventa a tutte le età. La malattia oggi ha una sorella gemella che non è più la morte ma l'abbandono sociale, sanitario....umano. Pertanto, riconoscendo all’infermiere le conoscenze tecnico scientifiche e relazionali peculiari della professione, unitamente al ruolo di maggiore prossimità nei confronti dell’assistito rispetto ad altre figure sanitarie, è facile intuire come il paziente, inevitabilmente, elegga l’infermiere come colui che è in grado di difendere e sostenere se stesso, le rispettive famiglie e le comunità (Arcadi P. et al., 2016; Kaur Khalsa SG, 2016)."

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