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primo soccorso follonicaAGGIORNAMENTO 28/09/2019

Apprendiamo che vi è stato un puntale interesse Aziendale e Politico sulla questione, che la carenza di personale è stata sanata e che l’impegno dell’Azienda sanitaria è di mantenere la dotazione necessaria per coprire le 24 ore affinché il punto di primo soccorso rimanga tale nei confronti della cittadinanza. Accogliamo con piacere  e siamo a disposizione con i colleghi ed ogni stakeholders al confronto e all'aggiornamento su quello che è uno dei punti di riferimento sanitari principali della seconda città più popolosa della Provincia.  

Di seguito la mail mandata a suo tempo ai principali referenti poitici e professionali:

Gentilissimi Direttori, Ci sono state segnalate delle criticità su una riorganizzazione del punto di primo soccorso di Follonica che evidenziano  un nodo cruciale da risolvere sia nei confronti della cittadinanza sia per garantire  sicurezza e rispetto delle competenze dei professionisti (infermieri in primis ma anche medici) che vi operano. 

Con questa nostra , in qualità di Ente Sussidiario dello Stato, chiediamo formalmente risposta dall’Azienda per sapere se a Follonica insiste una PET (punto emergenza territoriale) e un Punto di Primo Soccorso (PPS) o solo una PET. Ad oggi la cittadinanza follonichese utilizza questo importante presidio anche come un Punto di Primo Soccorso. E non a torto. La seconda città più numerosa della Provincia Grossetana (e la prima durante il periodo estivo) ha a disposizione una struttura che ha sempre garantito, sia per competenze, che per numero di professionisti, che per requisiti stutturali e tecnologici, un avamposto ad effettiva vocazione congiunta PET/PPS.

Leggi tutto: Quale risposta ai cittadini e ai professionisti sul PET/PPS di Follonica?

Assicurazione ECM ed altri obblighiL'occasione di questa breve news nasce dall'articolo di Luca Benci su QS (Assicurazione legge Gelli: senza assolvimento obblighi ECM nessuna copertura per il professionista).  Per i professionisti soggetti a responsabilità extracontrattuale la polizza principe è relativa alla rivalsa per colpa grave. Per questa tipologia di polizza il diritto di rivalsa “può essere esercitato nei confronti dell’assicurato qualora l’esercente la professione sanitaria non abbia regolarmente assolto l’obbligo formativo e di aggiornamento” previsto per l’ECM nel triennio precedente la data del fatto generatore di responsabilità. Ricordiamo inoltre che esiste l'obbligo assicurativo per tutti i professionisti. Non solo: il nuovo Codice Deontologico parla chiaro, all'art 10 (L'infermiere adempie agli obblighi derivanti dal programma di Educazione Continua in Medicina) e all'art 47 (L’Infermiere rispetta le norme e gli adempimenti amministrativi, giuridici e deontologici, che riguardano la professione).

Questo per quanto riguarda gli obblighi. Ma l'Ordine serve non solo a ricordarli e farli rispettare ma anche a facilitare il loro adempimento. Per questo ricordiamo a tutti che è disponibile una convenzione polizza professionale al costo più basso sul mercato e alle migliori condizioni (https://www.opigrosseto.it/news/516-responsabilit%C3%A0-sanitaria-polizza-professionale.html). E sull'obbligo ECM sono davvero tante le agevolazioni per soddisfare il fabbisogno che scade quest'anno (autoformazione, possibilità di acquisire i crediti anche in un solo anno invece che in tre, bonus sugli anni precedenti, per chi compila il dossier formativo e che potete scoprire e leggere nella nostra sezione FAQ: https://www.opigrosseto.it/ecm.html). Ma non solo: oltre ai corsi residenziali dell'Ordine di Grosseto che alla fine di quest'anno avranno erogato più di 60 crediti ECM, ci sono i corsi fad gratuiti della FNOPI alla pagina https://www.fadinmed.it/. Solo i corsi di questo anno erogano 52 crediti ECM. Inoltre l'Ordine di Grosseto è a completa disposizione degli iscritti per aggiornare, integrare, inserire tutti gli esoneri, le esenzioni e i corsi mancanti su cogeaps. 

Insomma, se gli obblighi professionali esistono, le possibilità per assolverli senza particolari oneri sia economici che di tempo ci sono. L'Ordine è a vostra disposizione. 

 

 

Garantire la tua saluteLa carenza infermieristica, da anni endemica, ha oggi risvolti che ci preoccupano molto.

L’ultima notizia che ci vede costretti a denunciare le situazioni di disagio che ci giungono sempre più spesso è il taglio non negoziabile di due terzi di infermieri interinali  a partire dal primo di settembre in pieno periodo di ferie programmate.

L'importante studio anche nazionale RN4CAST ci dice che ogni volta che il rapporto pazienti-infermiere è inferiore o uguale a 6:1 la mortalità diminuisce del 20% nelle medicine e del 17% nelle chirurgie. Inoltre, la riduzione della mortalità è pari al 30% quando almeno il 60% del personale assistenziale possiede una formazione specifica infermieristica. Rispetto alle analisi sulle cure mancate, i dati italiani dimostrano che la percentuale media di cure mancate è pari al 41%.  In questo momento nelle aree Mediche del Misericordia, uno dei servizi più in sofferenza insieme al pronto soccorso, ad esempio, rischiamo di spostarci su un rapporto di 1:12. Mentre l’età media degli infermieri in servizio nella nostra ASL ha superato i 52 anni e quasi il 30% ha problematiche fisiche di varia natura, ci sono sostituzioni ampiamente programmabili come i pensionamenti ferme da un anno.

Quello che ci preoccupa, nel nostro ruolo di tutela della salute dei cittadini, è però anche il livello di frustrazione e demotivazione che si respira dappertutto. I modelli professionalizzanti a cui questo Ordine plaude e di cui hanno bisogno i cittadini sono o inattuati o rimasti scritti nella carta e in poche sperimentazioni, o applicati con modalità improvvisate e che, inevitabilmente, si arenano a causa della carenza di personale.

Percorsi come il see and treat o il fast track in pronto soccorso o l’infermiere di famiglia e comunità sono quindi deliberati, voluti, ma  inespressi. Inespressi perché i rapporti con gli assistiti impediscono ogni sviluppo. Nessun attività viene rimodulata: si pretende che tutti si muova a ritmo non solo costante, ma in crescita, senza però adeguare gli organici.

Pensiamo solo alla sanità di iniziativa ferma sul Grossetano da anni proprio a causa della mancanza di infermieri. In questo meccanismo gli infermieri si trovano da una parte richieste di sviluppare attività importantissime, che vorrebbero portare avanti, che non riescono però a seguire dovendo invece, al contrario, garantire lo standard minimo di sicurezza in termini di assistenza. E non si parla di sicurezza a caso: In particolare, infatti, lo studio di cui sopra pubblicato su The Lancet  ha dimostrato che aumentare il carico di lavoro del singolo infermiere di un solo paziente produce un aumento del rischio di mortalità a 30 giorni dal ricovero del 7%.

Questo genera demotivazione, mancato senso di appartenenza aziendale, oltretutto in un sistema vissuto come distante, non collegato, ipertrofico, non comunicativo, in cui la sensazione evidente è di essere considerati numeri  con un mancato investimento su competenze e abilità personali. Gli infermieri sono la spina dorsale del Sistema Sanitario e  hanno uno spiccato senso valoriale, per questo il dovere professionale fa sì che ci si concentri sul nostro mandato cercando di sopperire ogni giorno alle carenze e non ascoltare la fatiche e le difficoltà. Ma così si alimenta solo il rischio di stress e di burn out che sempre gli ultimi studi nazionali ci dicono attestarsi al 39% degli operatori.

Non chiediamo altro se non esseri messi nelle condizioni di poter esprimere le competenze adeguate. La formazione e la specializzazione infermieristica può dare risposte veloci, sicure e appropriate. Ha però bisogno di un sostegno aziendale e anche politico che spesso manca. Non bastano solo delibere, bisogna dar loro gambe e  fondi per sostenerle. Si usano condizionali e sperimentazioni per non scontentare nessuno, ma con il rischio che le delibere non si attuino davvero mai a solo discapito del cittadino e dei professionisti che si sentono – ingiustamente -   causa di questo meccanismo inespresso. Tra quota 100, limitazioni, mancate assunzioni, organico per far fronte a questi nuovi modelli, in Toscana si stima una carenza di oltre 4000 unità che nella nostra Azienda sono almeno 250. E altrettante carenza sono da riferire al personale OSS.


Questo Ordine da sempre si comporta con atteggiamento proattivo, mediatore e culturalmente onesto ma la situazione complessiva ci sta preoccupando molto ed i segnali che scorgiamo non ci rasserenano. La carenza infermieristica è un imperativo da mettere al centro delle agende politiche. Per questo per il mese di settembre/ottobre abbiamo intenzione di organizzare dei percorsi mediatici che accendano le luci sulla questione.

Leggi il comunicato su: IL TIRRENO - LA NAZIONE

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