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richiedi contributoIn questi giorni in cui stanno drammaticamente aumentando in Italia i numeri dei contagiati da Covid-19, la Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI) ha deciso che l‘erogazione dei contributi del fondo #NoiConGliInfermieri – 3,5 milioni di euro raccolti nei primi sette mesi – avrà una nuova categoria di beneficiari (a questo link il nuovo regolamento)da questa settimana possono inviare domanda anche tutti gli infermieri dipendenti che si sono ammalati di Covid-19.

Verranno valutate e sostenute con un contributo anche ulteriori situazioni eccezionali e particolarmente gravi. Il Comitato Centrale ha inoltre deciso, visto il protrarsi dell’emergenza, di prorogare il progetto almeno fino al 30 giugno 2021.

«Gli infermieri, durante questa pandemia di COVID-19, stanno svolgendo un ruolo fondamentale che ha portato sotto gli occhi di tutti il loro livello di professionalità ma soprattutto quello di umanità e di vicinanza ai cittadini» dichiara la presidente della FNOPI, Barbara Mangiacavalli.

«La nostra Federazione ha deciso di supportare tutti gli infermieri le loro famiglie colpite da questa drammatica esperienza con una serie di interventi tempestivi e integrativi rispetto a quelli già previsti dalla legge e dai decreti governativi. Un impegno che si è sostanziato nella costituzione di un fondo di solidarietà #NoiConGliInfermieri e nell’erogazione ‘a sportello’ di contributi sino all’esaurimento di tale fondo. In poco meno di tre mesi abbiamo già erogato oltre 1 milione di euro a colleghi in difficoltà e alle loro famiglie».

L’invito quindi a tutti gli infermieri, liberi professionisti e dipendenti – regolarmente iscritti all’albo oppure pensionati già iscritti e rientrati in servizio causa pandemia – o familiari di infermiere deceduto, è di andare sul sito fnopi.it e scaricare gli appositi moduli di domanda. Disponibile anche una linea telefonica di assistenza (da lunedì a venerdì) al numero telefonico 06/46200147 oppure via email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

I NUMERI IN BREVE #NOICONGLIINFERMIERI

  • 452.712 gli iscritti a FNOPI
  • 25.300 gli infermieri risultati infetti, di cui oltre 9.000 negli ultimi 30 giorni, in aumento ogni giorno (dati INAIL);
  • 45 i decessi;
  • il fondo #NoiConGliInfermieri ha raggiunto i 3.5 milioni di euro in soli 7 mesi;
  • 1 milione e 250 mila euro le erogazioni corrisposte in questi mesi a oltre 350 infermieri;
  • 530 le domande ricevute da potenziali beneficiari, in costante aumento.
  • 30 giugno 2021 la data entro la quale inviare la propria domanda.

Per accedere alla campagna e donare è attiva la piattaforma www.noicongliinfermieri.org dove sono previste tutte le principali forme di pagamento. In alternativa, si può donare utilizzando questo IBAN: IT91P0326803204052894671510 (Banca Sella) intestato a Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche usando come causale: Fondo di solidarietà NOI CON GLI INFERMIERI.

infermieri territorioGROSSETO Comunciato Stampa 14 Novembre 2020 – L’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto commenta le ultime notizie riguardo il reperimento di nuovo personale infermieristico in Toscana per fronteggiare l’emergenza Covid19.

“Siamo felici che la Regione abbia riconosciuto il grido di allarme lanciato insieme a tutti gli Opi della Toscana – spiega Nicola Draoli, presidente Opi Grosseto – sulla carenza del personale infermieristico e sul bisogno di nuovi professionisti, senza inventarsi soluzioni vicarianti la competenza infermieristica, anche in virtù del fatto che molti di noi si stanno ammalando e che gli ultimi assunti ricoprono in larga parte la carenza pregressa”.

Con la richiesta avanzata dal governatore della Toscana Eugenio Giani, vengono fortunatamente preservati i percorsi di studio che prevedono la conclusione del tirocinio e dell’esame di Stato ma vengono, al tempo stesso, anticipate le sessioni. Una decisione che, per la verità, a Siena era già stata predisposta.

“Quello che chiedevamo inoltre – continua Draoli – era forzare le norme di chiamata dalla graduatoria Estar; un percorso che rappresenta soltanto un primo passo verso una rivoluzione che dovrà essere concertata dal Ministero e quindi dalle singole Regioni per trasformare del tutto l’iter concorsuale italiano ormai inadeguato, elefantico e non meritocratico”.

Accolte, dunque, almeno due delle proposte avanzate dall’Opi Toscana. “Siamo soddisfatti per i tempi determinati dell’avviso pubblico – conclude Draoli – anche se temiamo che possa andare pressoché deserto, perché gli infermieri cercano stabilità lavorativa e in questo momento siamo talmente pochi rispetto alle numerosissime richieste che si registrano in tutta Italia che ovviamente fanno scegliere le soluzioni stabili. Dobbiamo continuare a ragionare da subito per il dopo sulla capacità attrattiva dei percorsi professionali e lavorare perché siano implementati i riconoscimenti professionali e ridotte le differenze tra trattamento nel servizio pubblico e nel settore privato. Un grazie ai nostri giovani infermieri che ancora una volta dimostrano valore deontologico e senso civico che dovrebbe far inorgoglire tutta Italia. I giovani infermieri stanno dimostrando che esiste davvero la ‘meglio gioventù'”.

opi toscanaL’Ordine degli infermieri lancia l’allarme a livello toscano e propone soluzioni: “Se non si interviene subito salta il sistema”. Intanto sono 1200 in Toscana gli infermieri contagiati e 43 i professionisti morti per Covid a livello nazionale.
Mancano i professionisti.
A lanciare l’allarme sono gli Ordini delle professioni infermieristiche della Toscana che, già da tempo, denunciano la carenza di personale. “Sono almeno dieci anni che le professioni infermieristiche subiscono continui tagli – ricorda gli Opi Toscana–. E le proposte da tutta Italia a cui assistiamo in questi giorni, per far fronte alla più grave emergenza sanitaria degli ultimi anni, ci spaventano: si stanno proponendo soluzioni impraticabili che determinerebbero, in alcuni casi, l’abuso di professione”.
A preoccupare l’Opi Toscana è la situazione attuale: “Le Rsa non trovano infermieri da impiegare nei servizi e in ospedale i rapporti tra personale e degenti sono al limite del sostenibile. Inoltre mancano le competenze per i reparti intensivi. Sul territorio si fatica a garantire nei tempi giusti il complesso percorso di tracciamento, tamponi e trattamento domiciliare”.
In Toscana ancora non siamo arrivati alle proposte di altre Regioni ma mettiamo subito le mani avanti con la nostra Regione, dichiarano gli Opi. Le proposte degli ultimi giorni su e giù per lo stivale sono a dir poco fantasiose: “si parla di far esercitare infermieristica ai medici, di far eseguire tamponi agli operatori socio sanitari (Oss) ma con supervisione infermieristica, di far fare tamponi ai veterinari o ancora di far lavorare studenti non ancora laureati e persino di reclutare infermieri all’estero senza iscrizione all’albo professionale e in questo caso, oltre all’abuso di professione si determinerebbe anche una mancata tutela giuridica legale.” E intanto, continuano gli infermieri, si rischia di far saltare il mondo delle professioni mentre salgono i “numeri” dei professionisti che hanno pagato per il loro lavoro: “In Italia sono 23mila operatori sanitari contagiati e 43 infermieri deceduti, mentre in Toscana sono stati contagiati 1200 infermieri: dati impressionanti che minano ancora di più la tenuta del sistema. In questa fase non bastano più straordinari e produttività aggiuntive: gli infermieri sono stanchi, stremati, arrabbiati.
Non ce la facciamo più e non sappiamo quanto ancora possiamo reggere così. Da tempo – continuano gli OPI – denunciamo, anche con campagne apposite, la carenza di personale: come abbiamo fatto nel 2019, prima dello scoppio della pandemia, in cui avevamo evidenziato come in Toscana mancassero circa tremila infermieri. Non siamo stati ascoltati a sufficienza dalla politica, adesso non vorremmo che si imitassero le soluzioni sopra elencate. Le proposte che garantiscano una minima dignità professionale, sono però davvero poche adesso”. Tra queste l’anticipo delle sessioni delle classi di Laurea, il riconoscimento della professione extramoenia per tutte le professioni sanitarie in modo che chiunque possa lavorare su base volontaria e remunerata in ambiti privati, come le Rsa. “Ma forse, più di tutto, serve demolire velocemente le attuali norme concorsuali e prevedere chiamate dirette come nel sistema anglosassone, con l’obiettivo anche di far rientrare i nostri infermieri che negli anni sono emigrati all'estero”. Al momento, proseguono gli infermieri, “è già possibile assumere con contratti co.co.co. fino a 6 mesi personale in servizio. L'altra forma già prevista è richiamare il personale in pensione. Sono due strade a nostro avviso ormai superate ma comunque preferibili a qualsiasi svendita di competenza che si palesa all'orizzonte per non accettare l’abusivismo professionale e il collasso di tutte le competenze.
Se serve un lockdown mirato o la sospensione di alcuni servizi che questo arrivi subito: l’alternativa non può essere dare servizi pessimi alle persone né proporre soluzioni capestro ai professionisti. Ci auguriamo – concludono i Presidenti– che la politica ascolti le nostre richieste. E che quello che stiamo vivendo adesso serva da monito per il futuro: per non arrivare mai più impreparati nell’erogazione dei servizi e per progettare da subito un serio percorso a medio termine per formare professionisti sulla base del fabbisogno”.

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