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#LeggeBilancio. Come immaginabile, al di là del quantum economic, è a rischio l'indennità di specificità infermieristica da cui tutti adesso vogliono attingere. Niente in contrario a indennità per altre professioni MA nessuno tocchi l'indennità infermieristica né la usi come bancomat per tutte le professioni sanitarie, snaturando l'obiettivo della norma che riconosce i valori distintivi della nostra professione!

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Di seguito la lettera FNOPI ai parlamentari:

Nessuno tocchi l’indennità di specificità infermieristica così come è scritta nella bozza della legge di Bilancio 2021, nonostante l’importo sia anche basso rispetto al lavoro degli infermieri che hanno dimostrato di saper mettere a rischio la propria salute e anche dare la vita per assistere le persone.

Lo fanno da sempre, ma durante la pandemia è stato evidente e il loro ruolo è stato speciale. Anche nel mezzo di una pandemia hanno provato in ogni modo a garantire quanto più possibile l’umanizzazione dell’assistenza, preoccupandosi di organizzare ad esempio una videochiamata ai familiari che non vedevano da giorni i propri cari. Sono sempre gli infermieri che hanno accompagnato sino all’ultimo i pazienti, tenendoli per mano e cercando di garantire, anche con un pesante scafandro, la necessaria vicinanza per una “dignità del fine vita”. Praticamente h24 vicino ai pazienti e alle loro necessità.

Questo i cittadini lo sanno e lo hanno sempre testimoniato sia nelle esternazioni verso gli infermieri di questi mesi, sia nelle loro risposte alle diverse ricerche dove il gradimento dei cittadini supera il 92% e sottolineano sempre con queste percentuali il loro desiderio e il bisogno di avere accanto gli infermieri per affrontare i loro bisogni di salute.

Non è questione di “parità di trattamento” come rivendicano altre professioni sanitarie, a quella ci penseranno i contratti. Nella legge di bilancio si vuole invece riconoscere l’unicità di un’attività nel suo genere e che solo gli infermieri svolgono. Niente calcoli economici: l’assistenza alla persona fragile, specie in questi momenti, non si misura così.

Gli infermieri sanno bene che il quantum dell’indennità dovrebbe essere più elevato, e anche su questo ci aspettiamo che i parlamentari lavorino di più per incrementarla, ma sono anche i primi a ritenere che rappresenti davvero – e di questo ringraziamo ancora una volta il ministro, il viceministro e tutto il Governo e chiediamo al Parlamento di non toccare un principio finalmente affermato dopo anni di silenzio assordante, anche davanti all’evidenza – l’affermazione della specificità della professione infermieristica. E questo non solo a livello nazionale, ma in tutto il mondo, dove gli infermieri sono una professione a sé, parallela, con compiti evidentemente diversi ma complementari, a quella dei medici.

In questo senso la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) ha inviato una lettera aperta ai parlamentari che stanno esaminando la legge di Bilancio 2021 con una richiesta precisa: che l’articolo ora 74 della legge di Bilancio sia sostenuto nella sua architettura attuale e rafforzato, per un giusto e meritato riconoscimento della singolarità, della formazione, della qualità e dell’abnegazione di un’intera categoria professionale di cui fanno parte oltre 450mila professionisti. E che durante la pandemia, per ora, sono morti in 58 e contagiati in oltre 30mila per garantire l’assistenza continua e che questa Federazione rappresenta.

Abbiamo analizzato gli emendamenti finora presentati in Parlamento: alcuni sono pericolosi e irricevibili perché utilizzano l’indennità di specificità infermieristica come bancomat per tutte le professioni sanitarie, snaturando l’obiettivo della norma che è di riconoscere il valore e la specificità della professione infermieristica. Ci appelliamo al ministro, al viceministro e alle forze parlamentari affinché si tenga la barra dritta con la scelta e il chiaro messaggio dati con la legge di Bilancio.

Nessuno tocchi l’indennità di specificità infermieristica quindi, che non ha il significato di un riconoscimento economico su cui prendere le misure di tutte le categorie di operatori sanitari, non è un “contratto da rinnovare”, ma è soprattutto il riconoscimento di una professione fino a oggi diluita nel Pubblico impiego. Una professionalità molto diversa da tutte le altre professioni sanitarie.

grafica consulenti lavoro

 

"Sovraccarichi di lavoro, sottodimensionati e con la preoccupazione di contagio, aggravata dalla presenza di un personale non più giovanissimo. E, ancora, l’elevata presenza di donne sottopone la gran parte del personale allo stress derivante dalla crescente difficoltà di conciliare gli equilibri vita-lavoro. È quanto emerge dal report della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro “Medici e infermieri, tra sottodimensionamento degli organici, rischi alla salute ed esigenze di conciliazione” che fotografa le fragilità del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), che da quasi un anno è alle prese con l’emergenza sanitaria da Covid-19. Al già complesso quadro si aggiungono poi alcune considerazioni strutturali: innanzitutto, il blocco del turnover, che ha portato ad una drastica riduzione nell’ultimo decennio delle figure sanitarie, con notevoli differenze tra le Regioni e con cali significativi nel Mezzogiorno.

in Toscana negli ultimi dieci anni non abbiamo perdite asolute ma un non bastevole aumento poco superiore al 1% degli inermieri, piuttosto stonato rispetto ad aumento superiore del 6% dei medici. Nel 2018 così avevamo 5.7 infermieri ogni 1000 abitanti ovvero la media esatta Italiana che ci posiziona fanalino di coda in Europa (8.2 ogni 1000 abitanti). Nel 2021 con le nuove assunzioni a tempo indeterminato questa media dovrebbe portarsi a circa 6.2 infermieri / 1000 abitanti.

Il blocco delle assunzioni ha comportato, inoltre, un innalzamento significativo dell’età media del personale in forza: negli ultimi 10 anni la quota di medici in forza nel SSN con più di 59 anni è passata dal 7,3% al 28,5%, mentre quella degli “under 50” è scesa dal 41,8% al 38,1%. Anche tra gli infermieri, popolazione tendenzialmente più giovane di quella medica, si registra una simile tendenza: passa dal 32,7% al 46,3% la quota di chi ha più di 50 anni, mentre resta tendenzialmente stabile quella dei giovani, con meno di 35 anni. “Le professioni sanitarie – dichiara il Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, Rosario De Luca – sono oggi sottoposte a una grandissima pressione. Su queste figure sta convergendo, oltre all’emergenza pandemica, quella derivante da una gestione in moltissimi casi disastrata della sanità pubblica, che mette a rischio una delle componenti professionali da anni fiore all’occhiello del Paese."


Report completo: http://www.consulentidellavoro.it/files/PDF/2020/AnalisiStatistiche/Focus_Medici_Infermieri.pdf

 

 

opitoscana bezzini
 
27 Novembre 2020
Quello tra i Presidenti Opi e l'Assessore regionale alla sanità sarà un appuntamento periodico 
 
Primo incontro, ovviamente per via telematica,  tra il nuovo Assessore regionale alla sanità Simone Bezzini e i Presidenti degli Ordini delle Professioni Infermieristiche, anch'essi riconfermati o rinnovati dal voto degli iscritti nelle ultime settimane.
Molte le questioni che i Presidenti hanno portato all'attenzione dell'Assessore, e numerosi anche i punti sui quali Regione e Ordini hanno concordato come punto di partenza per il lavoro che li attende nei prossimi mesi. Per prima cosa è stato stabilito un metodo di lavoro, formalizzando la periodicità di questi incontri tra Opi e Assessorato, mentre sui punti più caldi legati anche all'emergenza l'Assessore Bezzini ha garantito l'espletamento di un nuovo concorso nei primi mesi del 2021, la stabilizzazione degli infermieri precari, la valutazione di convenzioni con alberghi per operatori sanitari che hanno la necessità di isolarsi dalla famiglia.
Nell'incontro si è anche cominciato a guardare al futuro post pandemia, con l'impegno alla mobilità appena finita l'emergenza, la riattivazione dei tavoli regionali sui temi della professione, e in particolar modo la cabina di regia sull'infermiere di famiglia e comunità, e infine condivisione dell'importanza e un lavoro specifico su percorsi di competenze specialistiche e avanzate con una proiezione allo sviluppo della professione infermieristica.
I Presidenti Opi informeranno puntualmente i colleghi, e anche tutti i cittadini, sul rispetto degli impegni assunti questa mattina, nella consapevolezza che si tratta di questioni che riguardano non soltanto la professione, ma la funzionalità dell'intero sistema sanitario.

 

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