Il commentario al nuovo codice deontologico delle professioni Infermieristiche è un E- Book gratuito, liberamente scaricabile, scritto a moltissime mani. Tantissimi colleghi ed esperti che con la loro pluralità di esperienze e competenze rappresentano fattivamente la pluralità della professione. E non poteva essere altrimenti quando si affronta l'analisi di un codice deontologico che abbraccia 450.000 infermieri. La gratuità del libro non è una cosa secondaria. In passato i commentari al codice erano sempre stati editati da casa editrici a pagamento, ma la conoscenza del codice è giusto che sia diffusa il più ampiamente possibile.
L'Ordine di Grosseto, che da sempre svolge un lavoro molto oneroso per gli iscritti facendo da tramite diretto sul cogeaps per caricarvi crediti mancanti, esoneri e esenzioni, vi riconosce 10 crediti ECM in auto apprendimento per la lettura del testo nel triennio 2020 - 2022.
Come fare? Semplicissimo. Leggete l'e-book (che trovate a QUESTO INDIRIZZO), scaricate l'autocertificazione che trovate cliccando QUI e rimandatela a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. insieme ad una fotocopia di un vostro documento di identità. Penseremo poi a tutto noi. L'autocertificazione è già in parte precompilata per facilitarvi il più possibile, è importante indicare però la data di inizio e di fine della lettura del testo.
L’assistenza sul territorio è il tassello fondamentale per la tutela della salute dei cittadini, come anche la pandemia ha dimostrato.
E l’assistenza sul territorio si fa concretizzando reti territoriali multiprofessionali di cui esistono già i presupposti normativi come l’ospedale di comunità a gestione infermieristica, normato a inizio 2020 da un’intesa Stato-Regioni.
Questo eviterebbe il ricorso indiscriminato e penalizzante dal punto di vista delle attese e della qualità dell’assistenza erogabile ai pronto soccorso e agli ospedali per acuti.
E si fa grazie all’infermiere di famiglia e comunità, previsto nel Patto per la salute 2019-2021 e ora anche dal decreto Rilancio.
“Secondo la ricerca CENSIS-FNOPI – spiega Francesco Maietta, responsabile politiche sociali CENSIS – l 92,7% degli italiani (con punte fino del 94,3% nel Nord-Est e del 95,2% tra i laureati) ritiene positivo potenziare il numero e il ruolo degli infermieri nel Ssn e il 91,4% degli italiani (il 95,1% delle persone con patologie croniche, il 92,6% dei cittadini nel Sud) ritiene l’infermiere di famiglia o di comunità una soluzione per potenziare le terapie domiciliari e riabilitative e la sanità di territorio, fornendo così l’assistenza necessaria alle persone non autosufficienti e con malattie croniche”.
Decreto Rilancio, al via l’iter parlamentare: investire sugli infermieri e avanti tutta su rilancio dell’assistenza territoriale attraverso l’Infermiere di famiglia e di comunità.
Partendo dal primo passo contenuto nel testo di revisione dell’assistenza territoriale, si cancellino gli errori del passato che hanno mostrato i loro effetti nell’emergenza COVID e si rafforzi il ruolo della professione infermieristica a tutela del Servizio sanitario pubblico.
La Federazione nazionale Nella lettera sollecita in modo esplicito a salvaguardare le previsioni contenute nel Dl approvato dal Governo di riforma dell’assistenza territoriale che rafforza i presidi a sostegno dei pazienti COVID e di quelli fragili, cronici, non autosufficienti, attraverso l’aumento del personale infermieristico di 9.600 unità e l’attivazione e la valorizzazione di figure come l’infermiere di famiglia e di comunità.
Per questo la FNOPI propone tre possibili miglioramenti al testo attuale.
Il primo riguarda l’introduzione e l’attivazione dell’infermiere di famiglia e di comunità in tutte le Regioni, specificandone l’operatività nell’ambito dei distretti e conferendogli un ruolo di governo nell’ambito dei servizi infermieristici.
Il secondo prevede un aumento del personale negli ospedali, legato all’aumento dei posti letto nella rete di emergenza: gli standard prevedono almeno 24 infermieri ogni 8 posti letto di terapia intensiva e 12 ogni 8 posti letto di terapia semintensiva e quindi, mancherebbero all’appello circa 17.000 infermieri.
Il terzo riguarda il riconoscimento di un compenso adeguato al personale impegnato nell’emergenza (bonus 1.000 euro). Anche per equilibrare il nodo legato alla retribuzione degli infermieri, oggi tra le più basse di Europa.