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Decreto Rilancio, al via l’iter parlamentare: investire sugli infermieri e avanti tutta su rilancio dell’assistenza territoriale attraverso l’Infermiere di famiglia e di comunità.

Partendo dal primo passo contenuto nel testo di revisione dell’assistenza territoriale, si cancellino gli errori del passato che hanno mostrato i loro effetti nell’emergenza COVID e si rafforzi il ruolo della professione infermieristica a tutela del Servizio sanitario pubblico.

La Federazione nazionale Nella lettera sollecita in modo esplicito a salvaguardare le previsioni contenute nel Dl approvato dal Governo di riforma dell’assistenza territoriale che rafforza i presidi a sostegno dei pazienti COVID e di quelli fragili, cronici, non autosufficienti, attraverso l’aumento del personale infermieristico di 9.600 unità e l’attivazione e la valorizzazione di figure come l’infermiere di famiglia e di comunità.

Per questo la FNOPI propone tre possibili miglioramenti al testo attuale.

Il primo riguarda l’introduzione e l’attivazione dell’infermiere di famiglia e di comunità in tutte le Regioni, specificandone l’operatività nell’ambito dei distretti e conferendogli un ruolo di governo nell’ambito dei servizi infermieristici.

Il secondo prevede un aumento del personale negli ospedali, legato all’aumento dei posti letto nella rete di emergenza: gli standard prevedono almeno 24 infermieri ogni 8 posti letto di terapia intensiva e 12 ogni 8 posti letto di terapia semintensiva e quindi, mancherebbero all’appello circa 17.000 infermieri.

Il terzo riguarda il riconoscimento di un compenso adeguato al personale impegnato nell’emergenza (bonus 1.000 euro). Anche per equilibrare il nodo legato alla retribuzione degli infermieri, oggi tra le più basse di Europa.

Si è tenuto un confronto live su Facebook tra il Consigliere Regionale e capogruppo PD Leonardo Marras, Il Direttore Sanitario Ospedale Misericordia e rete ospedaliera ASL Toscana Sud Est Monica Calamai e il Presidente OPI Grosseto Nicola Draoli.

Un bel confronto  con la bella notizia di una mozione Regionale per avviare concretamente l'Infermiere di famiglia e comunità. I  punti come Presidente di Ordine che Nicola draoli ha voluto sottolineare sono:

Di non farsi prendere dall'urgenza riorganizzativa e progettare con certezza la sanità del futuro;

Che questa fase 2 non potrà (da un punto di vista proprio pragmatico legato ai nuovi servizi e alla loro rioganizzazione spalmata su più giorni e che dovrà lavorare anche sui pregressi) prevedere una diminuizione di risorse soprattutto umane ma anzi dovremo continuare ad investire in questo senso;

Che il territorio è sempre stato penalizzato negli anni e che ora più che mai - se vogliamo attribuirgli il ruolo che gli compete - va potenziato anche in strutture adeguate;

Che è necessario investire in competenze specifiche con livelli organizzativi che ne tengano sempre più conto

 

“Il comma 2 dell’articolo 1 del decreto ministeriale 14 maggio 2020 (prot.n. 82), è abrogato”: non ci saranno più, cioè, due medici ospedalieri a integrare i docenti dei corsi di laurea in infermieristica.

A stabilirlo è il decreto del ministro dell’Università 29 maggio 2020 n. 137 che interviene su sollecitazione della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), a risolvere il problema di docenti non infermieri nei corsi di laurea per gli infermieri.

Le premesse del decreto sottolineano e confermano la necessità per i prossimi due anni accademici di facilitare l’accreditamento e aumentare quindi il numero dei corsi universitari snellendone le previsioni quantitative di docenti per ogni corso per poter formare un maggior numero di infermieri da dedicare all’emergenza COVID, ma indicano anche la decisione di “soprassedere” all’inserimento di “due medici ospedalieri da indicare come personale medico di riferimento coinvolto per ogni corso di laurea in infermieristica”.

Ma non solo. Il decreto, ancora una volta grazie alla nota FNOPI del 25 maggio scorso indirizzata al ministro dell’Università, esplicitamente citata nelle premesse, stabilisce anche “l’attivazione di un tavolo congiunto Ministero dell’università e della ricerca – Ministero della salute – FNOPI” per un “confronto istituzionale sulla riprogettazione dei percorsi formativi infermieristici, alla luce delle mutate esigenze del Servizio sanitario nazionale”.

“Ringraziamo il ministro dell’Università Gaetano Manfredi e il suo staff – sottolinea Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI – per aver valutato con attenzione, dopo le numerose interlocuzioni politiche con la Federazione,  il problema dell’introduzione di ’non infermieri’ nei corsi di laurea in infermieristica. E soprattutto di aver accolto la nostra richiesta sulla necessità dell’attivazione di un tavolo di confronto con la sola professione infermieristica per stabilire non solo i presupposti dell’intervento formativo urgente legato alla pandemia, ma la revisione di tutta la formazione universitaria degli infermieri. È questo – conclude Mangiacavalli – uno degli obiettivi principali della politica della Federazione, che ora apre la strada a un’ulteriore crescita oltre che formativa anche professionale e di carriera per la professione infermieristica”.

IN ALLEGATO IL TESTO DEL NUOVO DECRETO

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