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autismoTratto dall'articolo di infermeri inFORMA di oggi. Trovate tutti gli articoli sul banner a fondo pagina.

Autismo: un disturbo in costante aumento.
A cura di Ordine delle Professioni Infermieristiche di Grosseto
Oggi ricorre al giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo.
L'autismo rientra in quelli che vengono definiti "disturbi pervasivi dello sviluppo", un insieme di disturbi complessi comprendenti, tra gli altri, la sindrome di Asperger e i disturbi dello spettro autistico che possono manifestarsi con gradi variabili di gravità. Nei disturbi dello spettro autistico, i sintomi variano da persona a persona; possono avere livelli di gravità molto diversi: in alcune forme hanno un impatto trascurabile sul funzionamento del soggetto, in altri risultano decisamente invalidanti.

Chi ne è affetto presenta problemi di interazioni sociali, problemi di comunicazione (verbale e non) e comportamenti ripetitivi. Possono essere inoltre presenti disabilità intellettiva, alterazioni della coordinazione motoria, disturbi gastro-intestinali.
I problemi compaiono già nella prima infanzia, cioè intorno al 2°-3° anno di vita e persistono per tutta la vita.
I campanelli d’allarme per una patologia dello spettro autistico sono:
 il bambino non fa dei grandi sorrisi o manifestazioni di gioia entro i 6 mesi di vita (o in seguito)
 il bambino non dialoga con la madre, rispondendo con un sorriso ai suoi sorrisi, o con
espressioni del viso o con suoni entro i 9 mesi di vita
 il bambino non risponde a gesti come il fare “ciao” con la mano, non afferra oggetti che gli
vengono offerti, non indica un oggetto con l’indice entro i 12 mesi di vita
 il bambino non risponde quando viene chiamato con il suo nome a partire dai 12 mesi di vita
 il bambino non vocalizza entro i 12 mesi di vita, non pronuncia parole entro i 16 mesi e non
formula frasi (anche molto elementari) entro i 24 mesi di vita
 il bambino non fissa negli occhi la madre o un’altra persona
 il bambino usa i giocattoli in modo strano e ripetitivo (per esempio afferra una macchinina e,
anziché farla camminare a terra, si limita a far girare le ruote con un dito anche per un lungo
periodo di tempo)
 il bambino esegue movimenti ripetitivi come dondolarsi avanti e indietro.
Fondamentale la presa in carico tempestiva del soggetto che necessita di percorsi integrati, comprendenti interventi pedagogici e abilitativi, e se necessario farmacologici.
Non esistono, infatti, farmaci che curino l’autismo, ma il loro uso può essere indicato in presenza di sintomi comportamentali.
Questa condizione è in aumento e In Europa la diffusione varia da paese a paese: si passa da una prevalenza di 1 su 160 in Danimarca, a una prevalenza di 1 su 86 in Gran Bretagna. I maschi sono colpiti 4-5 volte più di frequentemente rispetto alle femmine.
Ad oggi non è stata individuata con certezza la causa dei disturbi dello spettro autistico, ma in un 10-15% dei casi è individuabile una causa genetica.
Tra i fattori di rischio non legati a mutazioni genetiche ci sono l’età avanzata dei genitori al momento del concepimento, malattie della madre durante la gravidanza (ad esempio la rosolia), la prematurità  e peso corporeo alla nascita inferiore alla norma, una distanza rispetto al parto precedente inferiore a un anno. Tra gli altri fattori che si stanno analizzando vi sono la carenza di alcune vitamine o l’esposizione a farmaci e a tossici ambientali durante la gravidanza. E no, l’autismo non è causato dai vaccini. Questa falsa convinzione è figlia di una accertata frode scientifica che ha però nel tempo creato un preoccupante proselitismo
(https://www.epicentro.iss.it/vaccini/autismo )
A Grosseto è presente una ONLUS che si occupa di autismo: Iron mamme
(http://www.ironmamme.it/ )

La Nostra Azienda ha anche redatto una Guida per le famiglie scritta in collaborazione con le Associazioni di pazienti e cittadini
(http://www.uslsudest.toscana.it/attachments/article/133/autismo-guida-alle-famiglie.pdf )
Fonte: Ministero della Salute

be the nurseChi siamo? Come descrivere chi è Infermiere?

Definire chi è l’infermiere e cosa è l’assistenza infermieristica richiederebbe un trattato storico filosofico epistemologico troppo grande per un editoriale, troppo impegnativo e su cui autori ben più importanti hanno detto la loro. Ovviamente esiste la normativa ed il profilo. Pertanto sarebbe  corretto e spesso sufficiente definirci professionisti sanitari laureati responsabili dell’assistenza infermieristica.

Ma come declinare il tutto in pochi passaggi narrativi? Oggi siamo davvero molto (troppo) impegnati a dichiarare cosa NON è l’infermiere. Anzi, cosa NON fa l’infermiere. Una rivendicazione sacrosanta ma che non ci aiuta quando dobbiamo raccontarci. (in realtà non aiuta nessuno descriversi negando altro). Non è solo dicendo cosa non compie l’infermiere a descrivere al mondo e a noi stessi cosa invece è l’infermiere. È come se cercassimo di descrivere un’auto a chi non la ha mai vista dicendo “non va a pedali, non vola, non ha 5 ruote.” Certamente converrete che descrive molto male un’automobile. Così come elencare una serie di atti tecnici è esercizio vano perché nessuna professione può sperare di identificarsi a lungo negli atti tecnici (oggi compiamo interventi tecnici anche complessi che una volta non compivamo, e proprio per questo un domani ne compieremo altri ancora e questi di adesso probabilmente saranno appannaggio di qualcun’altro)

Leggi tutto: L'Infermiere per me è.....

tirreno2019118Sicurezza dei professionisti, sviluppo e rispetto delle competenze. Questi sono i temi che gli Ordini vogliono affrontare su cui dopo, e solamente dopo, si dovranno declinare i modelli organizzativi che non competono alla funzione ordinistica.

Presa di posizione degli Ordini delle professioni infermieristiche della Toscana sul 118. “Facendo riferimento alle recenti polemiche riguardanti la guida dei mezzi di soccorso da parte del personale infermieristico del 118, che hanno portato anche ad una conferenza stampa congiunta da parte dei vertici del volontariato, gli Ordini delle Professioni Infermieristiche della Toscana riaffermano la necessità di istituire quanto prima un tavolo tecnico regionale che abbia il mandato di risolvere la questione una volta per tutte – spiega il coordinatore regionale degli OPI Giovanni Grasso. 
Auspichiamo che al più presto possibile sia trovata una soluzione che vada, anche attraverso la proposizione di modifiche normative regionali o nazionali, al raggiungimento della migliore soluzione possibile insieme alle parti sindacali, alle rappresentanze dei professionisti operanti nei sistemi 118 e a tutti gli attori coinvolti nella questione, con l'obiettivo di tutelare la professionalità degli infermieri, la loro sicurezza nello svolgimento della loro opera e la salute pubblica”.

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