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sede Ordine degli infermieri GrossetoGentili colleghi, 
il giorno 24 febbraio 2025 verrà effettuata l’Assemblea annuale degli iscritti presso sede OPI Grosseto in Via R. Dominicana 80, Grosseto, in prima convocazione alle ore 12,00 ed in seconda convocazione alle ore 15,00.
Il bilancio relativo all’assemblea degli iscritti sarà pubblicato sul sito istituzionale sezione amministrazione trasaprente  (dove comunque potete trovare ogni altro adempimeno relativo alla gestione dell'Ente)
Dopo la registrazione dei partecipanti verrà presentata la discussione secondo il seguente ordine del giorno:
 - Saluto del Presidente e del Consiglio Direttivo, saluto del Presidente della Commissione d’Albo e del Collegio dei Revisori dei Conti
 - Presentazione delle attività svolte nell’anno 2024 e piano programmatico 2025
 - Presentazione del Conto Consuntivo 2024 e Presentazione del Bilancio di Previsione 2025
 - Approvazione Conto Consuntivo 2024 e Bilancio di Previsione 2025

Gli iscritti all’Albo, impossibilitati a partecipare all’Assemblea possono rilasciare delega scritta ad un Collega.
In tal caso la delega deve essere inviata all’indirizzo PEC dell’Ordine almeno un giorno prima della data dell’assemblea e deve essere corredata da copia del documento di identità.
Ricordiamo che ogni partecipante all’Assemblea non può avere più di due deleghe (art. 24 regolamento DL n. 233 /46)

 

FAC SIMILE DA UTILIZZARE PER LA DELEGA

Io sottoscritto ………………………………….. delego a partecipare all’Assemblea annuale degli iscritti OPI di Grosseto

indetta per il giorno 24 febbraio 2025 il Collega ………………………………….

Firma del delegante

ATECO 2025L’Istat nella sua ultima revisione dei codici ATECO (nuovi codici delle attività economiche), ha finalmente sciolto il nodo delle professioni sanitarie non mediche, finora riunite sotto un unico generico codice: 89.90.29 “Altre attività paramediche indipendenti n.c.a.”.
 
Le professioni, divenute intellettuali con la creazione degli ordini professionali del 2018 e naturalmente con l’obbligo di laurea e di iscrizione all’albo per l’esercizio professionale, sono state quindi riclassificate, come chiesto dalla FNOPI. E in questo ambito, tra gli altri, è stato realizzato il nuovo codice specifico superando, appunto, il codice generico.
Il nuovo codice ATECO 86.94.01 “Attività infermieristiche” è quindi entrato in vigore con l’inizio del 2025.
 
ATECO è la classificazione delle attività economiche adottata dall’ISTAT per finalità statistiche, per la produzione e la diffusione di dati statistici ufficiali. Viene inoltre utilizzata dall’Agenzia delle Entrate ai fini fiscali, quale, per esempio, la definizione della redditività del forfettario o, nel periodo pandemico, a selezionare quali attività potessero proseguire la propria attività nonostante il lockdown. I codici ATECO sono necessari ai professionisti che, al momento dell’apertura della partita IVA, devono indicare quale sarà la propria attività economica, scegliendo il codice che fa a loro riferimento.
 
nuovi codici ATECO 2025 sostituiscono la classificazione del 2007 a partire dal primo gennaio 2025 e dal primo aprile saranno utilizzati in tutti gli adempimenti di tipo statistico, amministrativo e fiscale, e sono adeguati alla classificazione europea NACE, nella sua Revisione 2.1. Non sono previste, al momento, sanzioni per chi non dovesse variare il codice, ma sarebbe importante rettificarlo laddove descriva meglio la propria attività.
 

imverno demograficoGrosseto, giovedì 9 gennaio 2025
Comunicato stampa

Nicola Draoli, presidente di Opi Grosseto, commenta i recenti dati sulle nascite in relazione all’indice di vecchiaia: “Non avremo abbastanza giovani per assistere le persone anziane e quindi sarà fondamentale riformare le professioni sanitarie, lavorare su percorsi di auto aiuto tra cittadini e incrementare gli interventi di comunità”

 

 

 

“Sul calo demografico dobbiamo stare attenti a non pensare che la tendenza si possa invertire facilmente”, Nicola Draoli, presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto, commenta le notizie degli ultimi giorni che riguardano il tasso di natalità in Italia e in provincia di Grosseto ponendo l’attenzione su alcuni aspetti. “Comparare i numeri tra una annualità e la precedente, come spesso viene fatto, mettendo in relazione periodi di tempo limitati, rischia, a mio avviso, di distogliere l’attenzione della tendenza più generale: l’inverno demografico che il nostro paese sta attraversando è ormai un dato di fatto – continua Draoli – e non sarà l’aumento di piccoli numeri o il mantenimento della percentuale di nuovi nati a farlo cambiare.

Questo, oltre a determinare questioni importanti sulla tenuta economica dell’Italia, deve imporci anche una riflessione sull’assistenza sanitaria: saremo sempre più vecchi, con sempre meno giovani e, di conseguenza, una delle questioni fondamentali da affrontare è questa: chi curerà e assisterà questa popolazione sempre più anziana?”. Un tema su cui l’Ordine si interroga da tempo, sia perché la questione coinvolge principalmente gli infermieri, sia perché da anni si assiste a una costante richiesta di professionisti “… innestando diatribe e discussioni politiche – prosegue Draoli – ma che, ad ogni anno che passa, di fronte al calo dei giovani e alla presenza degli stessi modelli professionali, continuerà a non trovare risposta, diventando un esercizio retorico. In base alle previsioni demografiche dell’Istat, la popolazione residente in Italia è destinata a diminuire nei prossimi decenni, passando da circa 59 milioni nel 2023 a 54,8 milioni nel 2050, fino ad arrivare a 46.1 milioni nel 2028. Se si comparano questi dati con quelli dell’Agenzia regionale di sanità della Toscana, mettendo in relazione il tasso di natalità con l’indice di vecchiaia, che è l’altro parametro fondamentale da prendere in considerazione, vediamo che nella provincia di Grosseto avevamo un tasso di vecchiaia nel 2010 di 175 anziani ogni 100 giovani, contro gli attuali 228. Andando avanti in questo modo non avremo abbastanza giovani da impiegare nelle professioni di assistenza e di cura e, in questo momento, le persone che si stanno formando e che entrano nel mondo del lavoro sono ‘sparpagliate’, se così si può dire, su troppe professioni diverse, con competenze ancora molto rigide e ingessate rispetto ai bisogni di salute”.

“È evidente che, affinché la tendenza del calo demografico cambi, è necessaria una rivoluzione culturale e sociale o una forte ondata migratoria che cambi il rapporto tra le diverse fasce di età, ma quello su cui i professionisti della sanità e i legislatori devono riflettere è la possibilità di riformare le professioni, creando percorso formativi più flessibili e duttili, accorpando professioni simili tra loro e, non secondario, anche più appetibili per i pochi giovani che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro. Accanto a questo - conclude Draoli - occorre lavorare sempre di più su percorsi di auto aiuto tra cittadini e interventi di comunità”.

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