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pasto ospedaleGrosseto, venerdì 9 luglio 2021
Comunicato stampa
 
“Inammissibile legare le dimissioni alla verifica del pagamento dei pasti di accompagnatori e caregiver”
 
Opi e Omceo preoccupati per il pagamento del servizio, finora gratuito: “Oltre al fatto che non si tiene conto del reddito non possiamo accettare che una scelta clinica, la dimissione, sia legata a una procedura amministrativa”.
 
 
“È inammissibile legare le dimissioni all’accertamento del pagamento dei pasti di accompagnatori e caregiver”. L’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto e l’Ordine dei medici commentano duramente la nota recentemente inviata dall’Azienda Usl Toscana sud est ai direttori dei presidi ospedalieri. “Non entriamo nel merito della scelta di far pagare il pasto ai genitori dei bambini ricoverati e ai parenti delle persone degenti in hospice, servizio finora gratuito, ma riteniamo gravissimo che questa decisione vada ad interferire con i percorsi di cura: legare la dimissione del paziente all’accertamento dell’avvenuto pagamento è per noi, professionisti sanitari, inaccettabile”. 
 
Nella circolare, infatti, vengono indicati costi e modalità di pagamento dei pasti per gli accompagnatori dei minori ricoverati e per i caregiver. “Non possiamo accettare – dicono il presidente dell'Ordine degli infermieri  Nicola Draoli e la presidente dell’Ordine dei medici Paola Pasqualini –che si assoggettino le dimissioni alla verifica del pagamento: si tratta di un pratica che condiziona il percorso di cura e la vincola alla riscossione di un’imposizione economica e questo va contro i principi del nostro sistema sanitario. Noi siamo professionisti della sanità, siamo chiamati per deontologia a garantire le prestazioni in un sistema che è universalistico e solidaristico: non facciamo distinzioni basate su nessun tipo di discriminante soggettiva, tantomeno quella reddituale.
 
Per questo, la dimissione per noi subentra solo dopo una decisione clinica e non amministrativa ed è inaccettabile unire questi due aspetti, tanto più se lo si fa per quei casi che meritano, al contrario, più tutela: stiamo parlando, infatti, degli accompagnatori di minori, che non possono essere lasciati soli, e che spesso, soprattutto per la terapia intensiva neonatale, possono durare settimane, e per i caregiver di persone terminali, che stanno vivendo i loro ultimi giorni. Come possiamo pensare di legare la dimissione, che purtroppo in alcuni contesti particolari coincide spesso con il decesso, alla verifica di un pagamento? Stiamo parlando di genitori, figli, fratelli, compagni, di persone in stato di estremo bisogno e di persone, i caregiver, che stanno affrontando un momento della vita particolarmente complicato, per il quale hanno bisogno di supporto e sostegno”.
 
A preoccupare Opi e Omceo è anche il fatto che la nota della Asl sembra delegare ai professionisti sanitari il controllo dell’avvenuto pagamento oltre che una serie di incombenze comunicative con le ditta esterne: “Ci chiediamo anche chi deve controllare e verificare che i pagamenti siano avvenuti. Dalla nota inviata, infatti, si potrebbe leggere tra le righe che sia il personale sanitario a dover vigilare, in una situazione in cui siamo già oberati di lavoro e le nostre priorità sono quelle della cura e del prendersi cura e non certo la verifica amministrativa, che è un aspetto che non ci compete.
 
Questo è un elemento che non ci appartiene e su cui non vogliamo assolutamente essere coinvolti – aggiungono -. Chiediamo con forza che l’Azienda riveda immediatamente questo programma. Come detto, non entriamo nel merito della scelta, anche se non possiamo fare a meno di notare che per lunghe degenza si tratta di chiedere cifre importanti alle famiglie senza tener conto della condizione reddituale, ma vogliamo che l’accertamento del pagamento non sia legato alle dimissioni e che l’Azienda provveda all’eventuale recupero delle somme non versate con altre modalità, ad esempio con quelle già attuate per la riscossione dei ticket. Suggeriamo all’Azienda di instaurare dei percorsi di interfaccia più diretta, semplice ed esclusiva tra i familiari dei degenti e le ditte esterne, esautorando noi professionisti da qualsiasi compito in merito"

Partita il 5 maggio, per un totale di 9 incontri, si conclude la nuova iniziativa OPI Grosseto. Si chiama "Incontriamoci" e l'obiettivo è trovare un momento di serena e propositiva condivisione. Uno spazio virtuale dove incontrarci, anche se a distanza, per parlare, ascoltare, progettare.

Un momento di libera accoglienza, senza paletti e linee guida, per discutere di professione e di noi come professionisti e persone ad oltre un anno di pandemia che ha cambiato tutto e che apre a tanti cambiamenti ancora incerti. Un'opportunità per crescere insieme e trovare intenti comuni per poter rispondere al benessere della nostra comunità attraverso il benessere della nostra professione.

Gli incontri non saranno pubblici ed è quindi necessario dichiarare la presenza scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. entro il giorno precedente all'incontro per poter ricevere il link personalizzato. 9° incontro area materno infantile 07 luglio

INCONTRIAMOCI 9

rsaComunicato Stampa 30 Giugno 2021.

GROSSETO. Individuare nuove strategie per far fronte alla carenza di personale infermieristico nelle Rsa della Toscana. E’ con questo obiettivo che l’Opi Grosseto, insieme ai rappresentanti di Opi Toscana, ha partecipato all’incontro organizzato dalla Regione con l’assessore alle Politiche sociali Serena Spinelli.

“Le Rsa rappresentano un elemento fondamentale per rispondere ai bisogni sociali e sanitari del territorio, sono uno degli avamposti più preziosi della nostra comunità– ha spiegato Nicola Draoli, presidente dell’Ordine degli infermieri di Grosseto – ma anche uno dei più fragili e meni attrattivi per gli infermieri, come la pandemia ha dimostrato.

Un settore che, con la recente richiesta di personale infermieristico da parte del servizio pubblico, è rimasto sfornito di figure fondamentali a partire proprio dagli infermieri. A rendere più appetibile la carriera pubblica rispetto al percorso all'interno delle Rsa sono senza dubbio le condizioni contrattuali, purtroppo molto diverse. Oltre l'aspetto contrattuale è fondamentale che la Regione intervenga per definire un nuovo modello di accreditamento più attento agli sviluppi e al riconoscimento delle competenze professionali rendendosi disponibile a partecipare a tavoli per rivedere le linee di indirizzo in merito. Inoltre, crediamo che sia fondamentale cogliere questa occasione per introdurre all'interno delle Rsa la figura obbligatoria di un coordinatore infermieristico e dirigenze professionali sanitarie che incidono su qualità e sicurezza. L’ordinanza della Regione è certo un comprensibile salvagente energenziale, ma non può risolvere le problematiche nel lungo periodo. Bisogna trovare al più presto soluzioni di medio termine come ad esempio la revisione degli standard di accreditamento rispetto alla quantità e qualità del personale e nel breve termine puntando all' eliminazione del vincolo di esclusività per i dipendenti pubblici, in modo che possano prestare la propria opera anche nel settore privato e far fronte così alla carenza di professionisti che stiamo vivendo in questo momento”.

Tra le richieste presente dall’Opi alla Regione Toscana anche lo sviluppo di tecnologie all’avanguardia e di sistemi di sicurezza. “Quello che dobbiamo fare – conclude Draoli – è aiutare le Rsa a fare un ulteriore passo avanti, aiutarle ad investire nella formazione continua e post base dei professionisti per puntare su percorsi riconosciuti di carriera clinico assistenziale, inserendole ancora di più nella rete sanitaria oltre che sociale e assimilando i contratti degli infermieri assunti al contratto collettivo nazionale del pubblico impiego. Le RSA oggi sono un luogo di cura altamente complesso e fondamentale per la nostra popolazione e la professione infermieristica deve trovare in questi luoghi fondamentali risposte appaganti di riconoscimento professionale ed economico o la "concorrenza" con il SSR sarà sempre impari

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