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infermieri covidCari colleghi, ad oggi su Grosseto e Provincia siamo tutti molto stanchi ma dobbiamo purtroppo preparci a momenti ancora più drammatici pur sperando non arrivino.

Medici, infermieri ed operatori sanitari lavorano da settimane senza sosta, secondo i ritmi dettati da un’emergenza inaspettata di cui nessuno conosce la durata. Una pressione difficile da sostenere  che può portare a crolli emotivi da un momento all’altro. In questo momento così difficile abbiamo anche bisogno, come tutti, di essere ascoltati, supportati e rassicurati: gestire lo stress e conservare l’energia fisica e psicologica è di fondamentale importanza. Gli esperti temono che molti di noi sviluperrano sindromi da stress post traumatico e dovremo capire domani come reagire e con quali strumenti.

OGGI però mettiamo in piedi da subito uno sportello telefonico con la psicologa Manuela Pozzi rivolto agli infermieri che ne faranno richiesta della durata di 30 minuti (ripetibili sulla base del caso clinico specifico) a prevenzione del DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS; data la situazione di Emergenza Sanitaria in cui i professionisti si trovano a lavorare.

Chi vorrà un appuntamento potrà contattare per E mail la psicologa alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure tramite Watsupp al numero 3494633563.

I costi sono sostenuti dall'Ordine degli infermieri di Grosseto (Ovviamente riservato agli iscritti)

GRAZIE A TUTTI VOI

LEGGI ANCHE: indicazioni per riconoscere ed intervenire sul disturbo post traumatico da stress

 

 

casa

Ci giungono richieste di colleghi che sono chiamati a lavorare per l'emergenza Coronavirus nella nostra Azienda dando risposta in tempi brevissimi. Purtroppo a causa del DPCM che rende difficile o impossibile il contatto con le strutture ricettive e della non conoscenza del territorio (se vengono da fuori città) hanno estrema difficoltà a trovare un alloggio nel nostro capoluogo velocemente. Ci siamo subito mossi con la rete istituzionale per trovare un percorso formalizzato ma nel frattempo abbiamo subito una soluzione ed una proposta che lanciamo a tutti i nostri cittadini.

LA SOLUZIONE: Grazie a Don Giampaolo Marchetti il Seminario Vescovile di Grosseto mette a disposizione un appartamento con più stanze. Questo appartamento al momento è solo per donne avendo le stanze in comune. E' possibile contattare la signora Palmieri Brogi Finnicella al numero 3929593876

LA PROPOSTA: Tutti i privati Cittadini e Associazioni che hanno delle stanze o delle case da affittare possono mandare mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e verranno inseriti in uno specifico database. I colleghi che cercano un alloggio potranno richiedere il database sempre a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Ovviamente non entriamo in merito agli accordi personali né a qualsiasi altra controversia tra le parti, faremo solo da tramite limitandoci a fornire nella sua interezza il database. Questo servizio del tutto eccezionale cesserà IMMEDIATAMENTE con la fine dell'emergenza coronavirus.
In questa fatica quotidiana è meraviglioso sentire la vicinanza di tutta la città. Aiutateci ad aiutarvi. CONDIVIDETE. Grazie mille

mascherinaVi trasmettiamo il comunicato stampa integrale che abbiamo rilasciato al Tirreno e riportato nell'edizione odierna sul rischio di mancato approvvigionamento DPI e la richiesta di maggiore tutele in questo senso. Al contempo sottolineamo ancora il consiglio di far passare ogni criticità da questo Ordine per un opportuno confronto pari professionale nel vostro interesse e nell'interesse di un messaggio univoco per e con la popolazione. 

 

L'ordine degli infermieri di Grosseto esprime profonda preoccupazione per l'approvvigionamento dei DPI (Disposizione Protezione Individuali). È sotto gli occhi di tutti come anche riportano le cronache, la mole
di lavoro e i rischi che la nostra categoria professionale sta affrontando ogni giorno a testa alta e nella piena consapevolezza dei suoi doveri e del valore della sua professione.
Ma deve essere altrettanto chiaro  che le istituzioni, proprio con l’infittirsi degli interventi, devono provvedere prima di tutto a maggiori garanzie di presidi di protezione dal virus per ‘gli operatori della sanità pubblica’ di cui però anche il Dpcm non parla in modo esplicito e che invece sappiamo essere uno degli aspetti più critici di questa situazione.
Anche nella nostra Azienda molti colleghi ci raccontano della fatica di entrare in possesso di adeguati dispositivi di protezione. Se ad oggi riscontriamo che, seppur con fatica, si riesce comunque a dare un
risposta minima siamo estremamente preoccupati di un picco che ci aspettiamo possa arrivare da un momento all'altro. Se arriverà temiamo che i DPI non siano prontamente disponibili per tutti. E' una
situazione che non deve accadere. Capiamo le enormi difficoltà di produzione e consegna, ne siamo consapevoli. Deve essere fatto uno sforzo in più però per non farci trovare impreparati domani. Nelle altre regioni sappiamo che il 15% dei positivi sono infermieri e altri operatori sanitari. Oggi non abbiamo questi dati ma non possiamo averli nemmeno domani.
E non si deve dimenticare che il decreto sospende i congedi ordinari del personale sanitario e tecnico (gli operatori sociosanitari) e del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dalle unità di crisi costituite a livello regionale, un’occasione in più di stress, anche se già oggi per garantire
assistenza nessun infermiere si è mai tirato indietro.
Ma ci sono altri problemi che rischiano di emergere. Il divieto agli accompagnatori dei pazienti di restare nelle sale di attesa dei dipartimenti emergenze e accettazione e dei pronto soccorso (salvo specifiche diverse indicazioni del personale sanitario) e la limitazione dell’accesso di parenti e visitatori a strutture di
ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani, autosufficienti e non, solo a casi indicati dalla direzione sanitaria della struttura per prevenire possibili trasmissioni di infezione, potrebbero essere un motivo in più per scatenare in molti casi la violenza contro gli operatori sanitari, ancora una volta infermieri in testa.
In tutto questo chiediamo di non farsi trovare impreparati. L'Ordine sta supportando per quanto possibile ogni messaggio positivo e di comunicazione coordinata ma chiede massima sicurezza per tutti gli infermieri e operatori sanitari e si mette a disposizione per qualsiasi cosa.
Rilancia inoltre a tutti il messaggio #restateacasa. Aiutateci ad aiutarvi. BASTA assembramenti come quelli visti in Via Giotto fino a ieri. BASTA.

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