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visita commissione draoliVisita della commissione sanità della Regione Toscana in Maremma. Insieme al presidente Enrico Sostegni erano presenti anche i consiglieri regionali Donatella Spadi (Partito democratico) e Andrea Ulmi (Lega).

La visita ha toccato in due tappe l’ospedale Misericordia di Grosseto e il Sant’Andrea di Massa Marittima. Oltre a visitare le varie aree mediche dei due ospedali la commissione, accompagnata dal direttore generale della Asl Toscana sud est Antonio D’Urso, ha incontrato i professionisti impegnati in ospedali, dai direttori dei reparti ai responsabili degli infermieri.
 
Ecco l'intervento integrale del Presidente Nicola Draoli

"Se vogliamo riformare e sostenere il nostro servizio sanitario regionale e nazionale dobbiamo ripartire nel dare un valore diverso ai professionisti. Può sembrare uno slogan acchiappa consensi ma non è così. E’ supportato da evidenti ragioni economiche, di sviluppo professionale, di appropriatezza e non ultime sociologiche.

Quali sono i contesti nei quali lavoriamo oggi?

  • L’insoddisfazione. Abbiamo davanti, dopo la pandemia, un esercito di professionisti che sta scegliendo deliberatamente di lasciare il servizio pubblico. Di non accettare tempi indeterminati che non si confanno alle esigenze personali, in primis su aree geografiche interne e con poco appeal. I professionisti sanitari antepongono la qualità della vita ad altre priorità e di questo non si può non tener conto.
  • L’aziendalizzazione, le modalità direttive, il sistema di valutazione delle performance, le scadenze e gli impegni che oggi vengono richiesti hanno bisogno di essere ripensati profondamente trovando un equilibrio diverso. una dimensione aziendale meno orientata a indicatori economici e più a indicatori qualitativi (i prems ed i proms sono un esempio da consolidare ad esempio). Il rischio è perdere di vista il senso di coesione e di orientamento verso la cura. E la cosa più preoccupante è che lo stile direttivo, inevitabile durante la pandemia, pare aver preso piede e rischia di rimanere una costante.
  • Uno scenario che prevede nel 2025 un SSN finanziato con il 6,2% del PIL ovvero al limite della sostenibilità (diversi studi indicano che sotto il 6% del PIL il SSN è clinicamente morto).
  • La carenza numerica dei professionisti. E’ necessario passare da una mera logica di “numeri” che mancano ad una logica di “cambio delle competenze e dei modelli”.

Il SSN e il SSR non lo cambiamo a invarianza di pensiero.

In questo decennio abbiamo 140.000 infermieri in uscita quindi circa 14.000 annui

L'offerta di infermieri​ (largamente ottimistica)​ prevede 18.000 posti in università/anno  con un numero di laureati che è però di 13.500 infermieri 

Nel migliore dei casi "un quasi pareggio" formale​ che però non tiene conto ad esempio dei disequilibri geografici o settoriali.

Quindi L'equilibrio domanda offerta ​non può essere giudicato solo rispetto al rimpiazzo:​

Abbiamo fabbisogni specifici nel PNRR e territorializzazione ( + 101.900)​, una evoluzione rispetto a  demografia e modelli di offerta​, l'invecchiamento e le inidoneità​ degli infermieri.

visita commissione sanita 2022 265301In questo scenario non è più possibile avere infermieri che iniziano e concludono la loro carriera nello stesso modo. Servono competenze specialistiche e, lo dico senza timore, un processo di task shifting tra tutte le professioni: mediche, infermieristiche e anche con gli OSS. Ad onor del vero la nostra Azienda, forse unica in Italia, ha appena emanato un bando per infermieri specialisti come da vecchio CCNL. Al momento l’unica strada percorribile ma insufficiente. Servono norme per definire un vero percorso di carriera clinica con competenze estensive ed espansive utilizzando nel mentre anche ​gli strumenti offerti dalla tecnologia che permetterebbero alle nuove competenze di essere prodotte con più facilità. Non riusciremo a fornire elementi di processo innovativi senza innovare le professione e con i numeri che si prospettano.

L'aumento del numero alle università è del resto una strada non percorribile con 50 professori infermieri in tutta Italia. Avremmo una qualità formativa infima. ​

So che non può essere solo un problema regionale. La Toscana però è stata la prima a deliberare l’IFEC, una delle prime ad applicare le ambulanze infermieristiche, la prima a deliberare il modello del see and treat. Questo coraggio va mantenuto ed implementato dando però spazio operativo alle delibere che spesso non vengono messe "pancia a terra"."

 

adsEssere infermieri non significa solo prestare assistenza infermieristica. Tra le varie opportunità  vi è anche quella di svolgere funzioni di Amministratore di Sostegno. E a tal proposito  la direzione dei Servizi Sociali della Sud est propone agli iscritti ad Ordini/Albi professionali (quindi anche infermieri) delle province di Arezzo, Grosseto e Siena un percorso formativo e informativo, totalmente gratuito, per chi fosse interessato e disponibile a ricoprire il ruolo di AdS.

l'Amministratore di Sostegno è  una figura che opera a favore di persone che, per effetto di un’infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi. La nomina è di competenza del Giudice tutelare.

L’iniziativa è strutturata in tre moduli formativi (a distanza): giuridico, conoscitivo dei servizi e patrimoniale-amministrativo, per un totale di 24 ore, più una verifica finale (in presenza).

Modalità di iscrizione
Il volantino del corso e il modulo di iscrizione sono scaricabili sul sito della Asl alla pagina https://www.uslsudest.toscana.it/notizie/amministratori-di-sostegno-parte-il-corso-di-formazione-dell-ausl-toscana-sud-est-per-professionisti e da inviare entro le 12 di mercoledì 7 dicembre 2022, a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

cure palliativeComunicato Stampa 11/11/2022
 
Nicola Draoli, presidente di Opi Grosseto: “Figure altamente qualificate che, insieme agli altri professionisti, portano avanti un percorso che non ha a che fare solo con la cura, ma anche con i diritti delle persone”.
 
L’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto ringrazia il personale, in particolar modo gli infermieri, che lavorano nelle cure palliative. Domani, 11 novembre, infatti, ricorre la Giornata nazionale delle cure palliative, una celebrazione istituita per sensibilizzare e informare su un tema importante per la salute delle persone. 
 
“Nelle cure palliative, che si realizzano non solo nelle strutture preposte come l’Hospice, ma anche a domicilio e grazie, spesso, al supporto di associazioni di volontariato, come ‘La Farfalla’ guidata Loriana Landi e Roberto Martinelli che è, appunto, infermiere, la presenza infermieristica ha un ruolo fondamentale”, spiega Nicola Draoli, presidente di Opi Grosseto. “Si tratta di una figura fortemente specializzata, che opera in maniera capillare in un settore in cui, più di altri, si mettono al centro i bisogni delle persone nella sua complessità. Nelle cure palliative, infatti, ci si fa carico della persona in maniera olistica, mettendo a punto dei percorsi altamente specializzati e personalizzati, unici e irripetibili”. 
 
“Il percorso di cure palliative – aggiunge Draoli – non ha a che fare solo con la cura ma, anche, con l’esigibilità dei diritti delle persone e crediamo che ci sia ancora molto da fare per far conoscere le possibilità che i cittadini hanno nel percorso di fine vita o quando si trovano ad affrontare malattie croniche, facendo informazione, sia per le persone che per i sanitari, sulla legge 38 del 2010, sulla disposizione di fine trattamento (Dat) sulla cura del dolore. Ben vengano, quindi, tutte le iniziative, come quella promossa dall’Azienda Usl Toscana sud est, per favorire una maggiore conoscenza”. Inoltre, Opi Grosseto ricorda che sul proprio sito, nella sezione ebook, sono disponibili due manuali curati, rispettivamente dalla Fnopi e dall’Ordine di Grosseto, utili per approfondire le tematiche citate.
 

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