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libro comunityÈ uscito il volume Community Building: logiche e strumenti di management. Comunità, reti sociali e salute, frutto del lavoro di ricerca biennale di un gruppo integrato di ricercatori del Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna e del Cergas dell’Università Bocconi che hanno costruito e collaborato, utilizzando un approccio di ricerca-azione-formazione, con una rete di stakeholder rilevanti, che ha coinvolto 30 AUSL del territorio italiano, 8 associazioni del terzo settore, le due federazioni delle aziende sanitarie pubbliche (FIASO e Federsanità ANCI) e una Banca Cooperativa legata ai territori e alle comunità.
 
Questo volume presenta in maniera approfondita le logiche e gli strumenti di azione manageriale locale di costruzione di comunità e di valorizzazione delle reti sociali da essa costituita.
 
Dopo una ricostruzione del dibattito scientifico e definitorio sul community building, vengono discusse le criticità demografiche, epidemiologiche e sociali emergenti e come le finalità intrinseche al community building siano orientate a dare una risposta innovativa a tali problematiche. Viene poi approfondito quale possa essere il ruolo per gli interventi di community building per la salute individuale e collettiva che le reti sociali possono giocare all’interno delle comunità, attraverso l’analisi delle loro caratteristiche e la messa a disposizione di modalità e strumenti appropriati per conoscerle, mapparle e coinvolgerle in tali interventi attivando efficacemente il capitale sociale che esse esprimono
 
Il volume presenta quindi un framework concettuale per i due approcci chiave del community building, quale il welfare di iniziativa e la valorizzazione delle reti di comunità, e la loro traduzione in leve di azione che possono essere rese più efficaci attraverso logiche manageriali. In quest’ottica è illustrato il portafoglio di strumenti manageriali per la gestione del paradigma di community building, volto a supportare la generazione della necessaria capacity e competenza locale per mettere in atto i relativi interventi. Il volume si chiude con una ricca rassegna di good practices che possono essere fonte di ispirazione per ulteriori interventi locali, nell’ottica di generare processi di contaminazione e benchlearning reciproco.
 
Il volume è scaricabile qua:

infermieri covidE’ finito il tempo delle pacche sulle spalle e di chiamare “angeli” ed “eroi” gli infermieri.

E’ finito il tempo delle parole, si passi ai fatti e si dia vera dignità a una professione che finora ha dato tutto mettendo da parte la sua “normale straordinarietà” al fianco del cittadino per lavorare in costante emergenza, ammalarsi più e peggio di ogni altra categoria, rinunciare a ferie, permessi, progetti di carriera e di vita.

Con una lettera aperta a Governo, Parlamento, istituzioni e Regioni la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) parla chiaro: coagulerà una risposta unitaria, indipendente da appartenenze sindacali e partitiche, da ruoli e posizioni  ed è pronta a far sì che “gli oltre 450mila infermieri chiedano conto di tutto ciò che non è stato fatto. Con l’etica che da sempre ci contraddistingue, ma con l’esasperazione che ormai ci investe”.

Di seguito la lettera aperta:

SI STA CALPESTANDO LA NOSTRA DIGNITÀ

LA POLITICA DIA RISPOSTE AGLI INFERMIERI ORA

La Storia la scrivono i vincitori.

Einquestalungaguerracontroilvirus,noiinfermieri-456milaprofessionistiinprimalineaperilPaese–stiamoscrivendoognigiorno,dadueanni,la storiadelServizioSanitarioNazionale.

Abbiamo scolpito nella memoria collettiva parole, valori e immagini che parlano di abnegazione, deontologia, sacrificio, tutela, vicinanza, competenza.

Abbiamo vinto l’indifferenza di chi ignorava il nostro ruolo, il nostro percorso universitario, le nostre specializzazioni.

Ma questa Storia non la scriviamo da vincitori e non per colpa nostra.

Anche se il mondo intero ha riconosciuto gli infermieri come il motore, la spina dorsale, il futuro di ogni moderno sistema sanitario e sociale che voglia definirsi tale. Anche se siamo stati definiti eroi, angeli, mentre ci venivano dedicate piazze e statue.

Non siamo vincitori perché in questi due anni abbiamo dovuto mettere da parte la normale straordinarietà dellanostraprofessionealfiancodelcittadino;abbiamo dovuto lavorare in costante emergenza; ci siamo ammalati di più e peggio di ogni altra categoria; abbiamo rinunciato a ferie, permessi, progetti di carriera e di vita.

Adesso stiamo perdendo l’ultima cosa che ci era rimasta: la speranza.

La speranza di una Sanità e di una Politica in grado di riconoscere percorsi di valorizzazione della professioneinfermieristica, con un adeguato ritorno economico e un sistema realmente meritocratico. Dalla bozza del nuovocontratto alla Legge di Bilancio; dalle riforme professionali ai percorsi accademici e universitari, niente sembra volersi concretizzare nella direzione delle richieste avanzate con forza e decisione dalla nostra Federazione Nazionale che, quale Ente sussidiario dello Stato,ha pur sempre mantenuto un dialogo serio e pacato per dovere istituzionale.

Parole e promesse della politica a questo punto assumono una luce beffarda, ingiusta, persino crudele. Unainsopportabile mannaia che si scaglia contro tutti gli infermieri che, ancora in prima linea, soffrendo, continuano a tenere in piedi il sistema salute, anche se in balia di attacchi e violenze di una parte avversa,confusa o solo impaurita che riversa su di loro la propria rabbia per il difficile momento storico che stiamo vivendo.

Gli Infermieri italiani da sempre attraversano a testa alta la paura e la morte, ma oggi una miope visione dellapoliticali fa impattarenella sfiduciae nelladelusione. Ed èmolto, molto peggio.

Gli Infermieri italiani da sempre attraversano a testa alta la paura e la morte, ma oggi una miope visione dellapoliticali fa impattarenella sfiduciae nelladelusione. Ed èmolto, molto peggio.

Se questo Paese, se i suoi decisori politici vogliono invertire questa rotta, lo facciano adesso.La FNOPI non può ancora continuarea lungo a cercare una mediazioneche non esiste.

Perché nulla, oggi, è avvenuto rispetto a quanto richiesto e quanto dichiarato davanti alle telecamere.

Così muore una professione.

Così si impedisce il ritorno degli infermieri formati in Italia e valorizzati all’estero.Cosìsiignorano il dolore e l’impegno di centinaia di migliaia di vite.

Così si tradisce la fiducia dei cittadini italiani.

Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla, come afferma Papa Francesco e ama ripetere il Governo. Ma a queste parole devono seguiredei fatti.

Viceversa, la FNOPI coagulerà una risposta unitaria, indipendente da appartenenze sindacali e partitiche,da ruoli e posizioni.

Siamo pronti a far sì che 456mila infermieri chiedano conto di tutto ciò che non è stato fatto. Con l’etica che dasempreci contraddistingue, ma con l’esasperazione che ormai ci investe.

È ancora possibile scrivere una Storia che restituisca dignità agli infermieri. Non c’è più tempo da perdere.

 

17 gennaio 2022

gli infermieri italiani

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