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Spesso le news di facebook non vengono riportate sul sito che ospita e selezione solo quelle particolarmente significative oltre che prettamente istituzionali. Quindi, oltre a consigliarvi di seguire ipasvi grosseto su facebook, oggi vi riportiamo due interventi che sono stati molto seguiti sul social e che forse meritano di essere raccolti anche qui per chi non li ha potuti leggere.

Sugli Ordini (e sulla quota che non aumenta se non c'è una ragione precisa)

soldiSaprete già che con il passaggio alla Camera ed il ritorno al Senato l'Ordine degli infermieri è ormai a portata di mano dopo oltre dieci anni dalla L 43 del 2006. 

Per scherzo dico sempre: un presidente di ordine che parla dell'ordine è come un jazzista. Suona musica che piace solo a lui. Però parlando con i colleghi e leggendo un po' in giro imbatto spesso, nella solita domanda: quindi aumenterà la quota?

Come mi hanno fatto notare non è in effetti proprio edificante che la principale questione sugli ordini per la categoria sia legata alla quota piuttosto che alle novità di impatto professionale. QUI trovate una sintesi e QUI un mio editoriale di giugno 2017in merito.
Ma, comunque, un Collegio non deve solo parlare di ciò che ritiene importante ma rispondere ai dubbi degli iscritti e allora dipaniamo questo dilemma di un possibile aumento quota a chi interessa parlando schietti schietti.


La trasformazione è sostanziale nella forma meno nei contenuti. Le norme portanti che regolamentano il Collegio sono identiche all'ordine. Sarà sempre l'assemblea degli iscritti ad approvare o no un bilancio e quindi la quota. Potrebbero (condizionale) esserci delle novità nella legge che porteranno ad un aumento di quota. Non sono legate all'ordine in sé ma alle novità previste per legge per tutti gli ordini. Per capirsi alcune potrebbero far aumentare la quota anche di chi ordine già era. Sono:
- ciò che è legato al cambio del nome e dell'eventuale logo. Vetrofanie e targhe nelle sedi ad esempio. Dovremo cambiare l'indirizzo web E le caselle di posta elettronica. Son costi però minimi e sopratutto una tantum. Fatto il cambio non si ripetono più.
- lieviterà i costi fare le elezioni. Fare più seggi e organizzare il voto elettronico costerà. E credo non poco. Ma se ne parla di una volta ogni tre anni. Anzi quattro visto che il mandato aumenta di un anno.
- la vera incognita onerosa sarà dare l'affidamento dei revisori dei conti ad un ente esterno (che si farà pagare) e non agli eletti. Ecco, quello potrebbe essere un problema in termini economici. Ora come ora mi viene in mente come soluzione di fare una convenzione regionale per tutti i Collegi. 

Poi starà ai singoli direttivi cercare soluzioni, molto dipenderà dalla liquidità in avanzo a cui attingere. Al solito i Collegi molto grandi non se ne accorgeranno neppure. Collegi più piccoli come il nostro che se hanno una spesa imprevista di qualche migliaio di euro son dolori (basta una vertenza legale in più), faranno più fatica e dovranno ingegnarsi come spesso accade a trovare la giusta quadra. 
Però ecco. In soldoni (è il caso di dirlo) diventare ordine DI PER SÉ non fa aumentare nessuna quota. È la legge e i nuovi obblighi che porta dentro (che impatteranno su TUTTI gli ordini) semmai a far rischiare qualcosa...ma non è affatto detto.

Sulla responsabilità professionale

abbiamo sempre fatto cosiIl secondo post riguarda una riflessione a margine  del corso sulla responsabilità professionale organizzato dal Nursing Up il 26 ottobre al Granduca. 

…che poi sono aspetti professionali più volte esplosi da questo Collegio ma meritano di essere sintetizzati ogni tanto. 
Il tema della responsabilità professionale è un tema ovviamente sempre attuale ma anche da (ri)attualizzare costantemente. Attuale alla luce della legge 24/2017 ad esempio che a fronte di alcuni elementi di salvaguardia ci impone una profonda auto critica.

Applichiamo e sappiamo ricercare ed applicare le evidenze scientifiche quotidianamente come singoli professionisti?

Saremo davvero in grado di contribuire attivamente alla produzione di evidenze scientifiche come Società e Associazioni scientifiche professionali?

Non dobbiamo avere paura di metterci in discussione su questo. Non perdiamo valore se lo facciamo con onestà intellettuale e senza perdere lo slancio evolutivo e la lotta per ulteriori norme di rinforzo professionale. Che se la risposta è sì tanto meglio, intendiamoci.

Ma forse per troppi anni, presi dall’euforia di vederci riconosciuti status professionali da norme epocali, abbiamo smesso di farci certe domande.

Da (RI)attualizzare incessantemente perché uno dei nodi cruciali che come professione dobbiamo affrontare è la disapplicazione delle norme professionali cardini della nostra identità ancora oggi appunto disattese in molte singole realtà. Mi riferisco al profilo professionale del 94, come alla 42/99 o alla 251/2000. Tutte norme vecchi di anni e anni. Lo sviluppo professionale verso competenze specialistiche non dovrà significare solo ulteriori elementi di abilità tecniche. Lo ripeto fino alla noia.
Le abilità tecniche sono normalmente evolutive e trasferibili. Oggi atti storicamente medici diventano infermieristici, domani atti storicamente infermieristici diventeranno appannaggio degli oss. Domani utilizzare l’ecografo sarà una competenze base per l’infermiere ma non sarà saper usare l’ecografo a darci una disciplina scientifica.

Il giudice guarda le norme e spesso non vede una volontà diagnostica, valutativa, certificativa del nostro operato. E non parlo di tassonomie, di teoriche, di modelli assistenziali che sono tutti elementi di ausilio, di guida…che creano una strada asfaltata con la segnaletica ma non creano l’autista.

Anche in un foglio bianco dovremmo sapere e pretende dalle organizzazioni lo spazio temporale per potere effettuare una valutazione di un bisogno da noi rilevato e da noi affrontato anche con abilità tecniche complesse che però sono ponte per un risultato e non azioni fine a se stesse che esauriscono il loro senso nella loro mera esistenza.

Abbiamo bisogno di andare avanti ma guardandoci indietro. Avremo altrimenti alberi con rami e foglie enormi e radici debolissime a sostenerli.

Buona Domenica! Nicola Draoli

 

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