La nostra Presidente Nazionale Barbara Mangiacavalli in una audizione al Senato chiede che la professione infermieristica rientri nel ddl 2858 in tema di equità del compenso e responsabilità professionale ma il discorso ha correlazioni ben più ampie e sono ben descritte nel primo piano della Federazione: http://www.ipasvi.it/attualita/equo-compenso-ipasvi-chiede-di-rientrare-nelle-previsioni-del-ddl-id2146.htm
L’aspetto più pragmatico e che presumibilmente sta a cuore più a tutti noi, inutile negarlo, è di ristabilire un equilibrio economico nelle intermediazioni, ovvero nei contratti tra chi richiede la professione infermieristica (committente), l’infermiere, e gli eventuali soggetti che mettono in comunicazione i due con scopo di lucro.
Ma perché la richiesta va ben oltre il solo aspetto economico ed interessa il cittadino? Questo bisogna dircelo chiaramente ed è qui che la Presidente e la Federazione descrivono appieno il ruolo ordinistico. Se fosse una mera richiesta di adeguamento contrattuale non potrebbe essere la Federazione ad intervenire quanto i sindacati. Oltretutto qui stiamo parlando, ed è bene ricordarlo, di ambito privatistico e libero professionale dove – ovvero – è spesso il singolo professionisti a dover contrattare spesso la sua “giusta” remunerazione. Chiaramente ormai il mercato è andato fuori controllo, ognuno cerca soluzioni legittime per arginare il fenomeno che è cosa non facile (vedi i nostri interventi e ci scuserete se siamo noiosi ma diffondere che l’IPASVI di Grosseto si pone come intermediatore “amico” nella domanda/offerta è secondo noi LA strada da perseguire: P.IVA e Cooperative....quali strategie e ipotesi di miglioramento. Le azioni e i propositi del Collegio IPASVI di GR)
Quindi la Presidente e la Federazione puntano, giustamente, punta molto all’ambito della sicurezza delle cure e della loro qualità…e non fa una piega. Perché in questo mercato al ribasso continuo - la ricerca censis lo dimostra – le prestazioni infermieristiche così malpagate perdono il loro valore e la percezione della loro complessità, alimentano a cascata una pletora di abusivi e persone non qualificate, fanno sviluppare un mercato di intermediari senza etica che ancorandosi allo scarso valore di certi interventi e della concorrenza impietosa dequalificano il professionista.
Leggete quindi il primo piano della Federazione senza fermarvi al titolo perché la questione non è ormai più solo “economica”, non è “autoreferenziale”, non è un “nostro problema”. È in questa dimensione, in questa visione d’insieme, in questo senso utilitaristico per la salute di chi riceve prestazioni sanitarie che si deve approcciare il fenomeno e solo così possiamo arginarlo e non andando a dire “che prendiamo poco” perché nel libero mercato, e nonostante il richiamo all’art 36 della Costituzione, di questo sembra ahimè importi sempre meno a tutti.