A partire da questo 2024, in relazione al fabbisogno formativo, il Coordinamento OPI della Toscana ha deciso di avviare un focus su alcuni dati regionali inerenti i movimenti degli Albi: intendiamo quindi esaminare in dettaglio un set di dati che potranno permetterci di individuare, con atteggiamento proattivo, la consistenza dei nostri Albi e il bisogno da parte del nostro territorio, in modo da disporre di un identikit della situazione locale.
Questo focus non è utile solo al fine della valutazione del fabbisogno formativo, piuttosto per governare il fenomeno della carenza infermieristica in tempi utili o almeno riducendo le emergenze, consentendoci di dialogare con le istituzioni di riferimento (Regione, Università, Azienda Socio-Sanitarie pubbliche e private).
Il set di dati a cui facciamo riferimento per ogni anno solare sono costituiti da:
- Numero di laureati
- Numero di iscritti agli Albi provinciali
- Numero di pensionamenti attesi a 67 anni
- Numero di pensionamenti potenziali a 62,63,64 anni, età che sono risultate in questi ultimi due anni interessate alle uscite anticipate
- Numero di pensionamenti risultanti presso le Aziende Sanitarie pubbliche (che presentano i più alti numeri di uscite).
In questo primo momento abbiamo avviato una raccolta dati limitata, ma che contiamo di sistematizzare già dal prossimo anno.
In primo luogo sottolineiamo che a livello regionale i dati non possono altro che confermare il trend nazionale: secondo la Corte dei Conti la carenza di infermieri ha raggiunto quota 65mila.
Ogni anno si registrano circa 10mila pensionamenti, ma questa quota subirà un incremento nei prossimi anni, fino a raddoppiare dal 2029. A questi si devono aggiungere i quasi 30mila infermieri trasferitisi all'estero, con un trend di oltre 3mila ogni anno (FNOPI, 2023).
Nella nostra Regione si riscontra una tendenza all’uscita anticipata dal lavoro rispetto ai 67 anni oggi previsti. OPI Toscana non dispone ancora dei dati di uscita dalle Aziende pubbliche per il 2023, in particolare la quota parte della fine di questo anno, quando una serie di colleghi ha deciso di avviare la domanda di pensionamento alla luce delle variazioni che si annunciavano dal 2024.
L’analisi dei movimenti di Albo a livello provinciale non fornisce dati di interesse a questo riguardo, in quanto gli infermieri in uscita da rapporti di lavoro subordinati, in massima parte da Aziende pubbliche, restano comunque iscritti per svolgere attività in ambito privato, che permette ritmi di vita più adeguati all’età e alle esigenze, oppure per rivolgersi alla libera professione.
Come dicevamo, raramente gli infermieri vanno in quiescenza allo scadere dei 67 anni. E’ spiccato il fenomeno delle uscite anticipate, in parte in compensazione del fatto che, sebbene non riconosciuto, il nostro rappresenta un lavoro usurante. Ci è sembrato quindi utile individuare l’entità potenziale di queste uscite anticipate, individuando le fasce di 62, 63 3 64 anni, in relazione al triennio che si sta avviando, per il quale il modello previsionale del Ministero della Salute prevede picchi negativi, fino a raggiungere nel 2029 la cd gobba pensionistica.
I Presidenti degli OPI provinciali e interprovinciale della Regione hanno permesso di identificare le seguenti potenziali uscite, che si aggiungerebbero, nel caso, a quelle dei 67enni per raggiunta età massima:
Ulteriormente si sono svolte alcune interviste telefoniche ai Coordinatori dei Corsi di Laurea in Infermieristica per valutare gli ingressi potenziali a compensazione di queste uscite. Non è stato possibile però dedurne dati oggettivi, in quanto gli interessati dichiarano che:
- il numero dei fuori corso non è facilmente definibile, in quanto alcuni rallentano il percorso in tempi a propria misura, altri si fermano ad un certo punto del percorso formativo, ma senza dichiarare le proprie intenzioni, quindi in realtà si confondono rallentamenti e abbandoni, per così dire;
- l’unico dato certo è il numero di studenti che si presenta al III anno all’inizio dell’anno, ma quanti di questi chiuderanno nei tempi previsti resta incerto pressoché fino al termine dell’anno accademico.
In parallelo sappiamo che per le selezioni relative all’ammissione ai Corsi di Laurea in Infermieristica, i classificati utilmente sono stati tutti ammessi, anche in presenza di punteggi molto bassi conoscendo peraltro abbondantemente il fenomeno del ‘CLI sospeso’, ovvero scegliere un corsi di
laurea che permette lo svolgimento di alcuni corsi e relativi esami, per ritentare poi nell’anno successivo l’ingresso al corso accademico di effettivo interesse, evitando di perdere l’anno in toto.
In relazione a questo focus parziale, e in rispondenza all’obiettivo nazionale di FNOPI già indicato dalla prima seduta, confermiamo la richiesta già espressa nello scorso anno accademico, variando soltanto la richiesta di posti per la laurea magistrale, in relazione a una richiesta dei Presidenti OPI Toscana:
- CdL Infermieristica = 1400
- CLM Scienze Infermieristiche e Ostetriche = 150.
Si rigranzia la referente OPI Toscana Dr.ssa laura D'Addio e per OPi Grosseto la referente Dr.ssa Fulvia Marini