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vaccinazionneentro venerdì 18 dicembre alle 12 è possibile esprimere la propria adesione alla prima fase vaccinale che inizia il 15 gennaio.
Primi destinatari: operatori sanitari e socio sanitari e ospiti delle residenze sanitarie assistite.
La vaccinazione non è obbligatoria ma volontaria.
 
Aderire è facilissimo basta un clic

 

 

 

COMUNICATO STAMPA OPI GROSSETO 15 Dicembre

 

Draoli prenotazione vaccino


Tra i primi a fornire la disponibilità a ricevere la propria dose di vaccino anche il presidente dell’Ordine degli infermieri di Grosseto Nicola Draoli. “Abbiamo accolto con favore ed entusiasmo questa notizia – spiega Draoli - e ho deciso di prenotarmi subito.

Vaccinarsi per noi infermieri e un dovere deontologico, perché significa supportare la scienza e la ricerca, tutelare la salute del personale sanitario e, di riflesso, dell’intera comunità. Si tratta anche di un impegno etico, perché siamo tra i primi ad avere questa opportunità che, come nel caso di ogni vaccino, ha valore non solo per la propria salute, ma per la protezione della salute degli altri. Avere una copertura per il contagio da Covid ha, infatti, per gli operatori della sanità una doppia valenza: non mi ammalo e quindi non contagio e, allo stesso tempo, posso lavorare contribuendo quindi a mettere in campo le azioni di contrasto al virus, dal tracciamento alla prevenzione passando per la cura delle persone ammalate”.
“Aderire a questa campagna vaccinale – aggiunge Draoli – è un segno anche di rispetto nei confronti dei 60mila morti, dei tanti contagiati che ogni giorno combattono contro il virus e dei purtroppo molti decessi che abbiamo avuto anche nel mondo infermieristico”. La vaccinazione non è obbligatoria, così come la prenotazione effettuata in questi giorni non è vincolante, ma la raccolta di adesioni è fondamentale per conoscere con anticipo la volontà dei destinatari e far indirizzare alla Regione Toscana il numero di dosi più preciso: a disposizione del territorio regionale ci sono circa 130mila dosi che corrispondono al numero dei sanitari e dei soggetti fragili presenti. “Ci auguriamo – conclude Draoli – che tutti gli operatori sanitari colgano questa opportunità e si affidino alla ricerca e alla scienza come la nostra professione, la nostra etica, e il nostro dna ci impongono di fare”.

 

 

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