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forum risk managementIL RUOLO DELLE PROFESSIONI A SUPPORTO DELL'INNOVAZIONE DELLA SANITA' TOSCANA:

"Se penso all’innovazione posso evocare con facilità il complesso tessuto tecnologico, i dispositivi medici sempre più elaborati nelle loro funzioni eppure sempre più votati alla semplicità di uso ed interfaccia, i flussi infomativi a supporto di attività clinico assistenziale di qualità. 
Penso a settori importanti come l’emergenza urgenza, come la chirurgia, come le terapie intensive.

Eppure non sarà questo percorso, o almeno non solo questo, il vero fulcro innovativo della Sanità Toscana dove le professioni potranno e stanno già portando criteri di qualità ed esiti di risultato positivi per la cittadinanza. 
Il nostro apporto si esplica tanto maggiormente quanto ci viene data la possibilità di sviluppare e applicare il nostro specifico professionale.

Uno specifico professionale che è fatto di progettualità sui bisogni della persona, che trova sua concreta applicazione nella pianificazione, che si esplica attraverso l’erogazione di interventi autonomi o su base collaborativa ed infine nella misurazione dei risultati. 
Il tutto attivando con naturale efficienza le risorse disponibili, ponendo sempre al centro la relazione ed i bisogni della persona in una valutazione di contesto spesso proattivo. 
La relazione non come corredo ma come componente identitaria della professione. 
Oggi si parla molto di medical humanities. 
La relazione e la qualità della comunicazione come elemento di cura importante noi lo sapevamo da sempre e sempre lo applichiamo. 
Su questo gli infermieri, se la vision della Regione è anche questa, sono pronti a fare da formatori esperti agli altri con i tanti colleghi esperti nel campo della andragogia e pedagogia.

E quindi non sarà quel tipo di evoluzione descritta all’inizio dove le professioni faranno la differenza. Perché quell’evoluzione genera una serie di competenze contendibili. 
Le competenze contendibili sugli atti di natura tecnico prestazionale coadiuvate da un profilo di elevata tecnologia che adesso noi infermieri stiamo contendendo ai medici e un domani ci verranno contese da altri (penso agli OSS) in un percorso che con la buona pace di tutti è normalmente evolutivo (oltre che Cost Effectiveness). Gli infermieri impattano nella sanità del domani non solo per le loro competenze tecniche ma per la loro capacità gestionale, che è qui intesa sia come clinica assistenziale inserita nel contesto multidisciplinare (governando e gestendo il caso per quanto di nostra competenza) sia manageriale come attori inseriti negli snodi di processo gestionale.

Perché se noi siamo pronti a ragionare sulle competenze contendibili vuol dire che siamo pronti a ragionare secondo il criterio “non importa chi fa cosa purché quel professionista abbia le competenze per farlo” assumendoci il rischio di perdere aree storicamente infermieristiche ma pretendendo la possibilità di occupare aree storicamente non infermieristiche. 
E se questo ha ovviamente dei limiti legati ai profili professionali, intesi come emanazioni legali e perimetrali descrittive di un professionista, questi dovrebbero venir meno quando si parla di ruoli strategici aziendali a vocazione manageriale che si affidino all'expertise al curriculum e alle inclinazioni della persona professionista e non della professione impersonificata. 
In questo sarà necessario istituire un sistema di certificazione delle competenze secondo le direttive Europee e EQF con correlato sistema accreditamento e certificazione del professionista, istituendo quindi un repertorio qualifiche profilo infermieristico.

Gli infermieri producono innovazione, qualità e contenimento dei costi, ogni volta che portano l’assistenza alla persona più vicina alle comunità dove sono maggiormente necessari, quando diventano case management di una persona fragile e complessa, quando sono gestori della continuità ospedale territorio, quando sono progettisti formativi ed esportatori di buone pratiche per la sicurezza e qualità. 
In altre parole quando generano “Migliori risultati di salute per gli individui, le famiglie e la comunità attraverso la prestazione di servizi infermieristici competenti, culturalmente sensibili e basati sull’evidenza”. 
Ed è chiaro, è molto chiaro, che sarà il territorio uno degli ambiti dove gli infermieri potranno supportare la rivoluzione sanitaria regionale. 
Non solo come erogatori assistenziali ma come gestori della continuità, delle risorse attivabili, della rete multidisciplinare, della prevenzione primaria e secondaria sempre focalizzandosi nel primario obiettivo di rispondere ad un bisogno di salute. 
Bisogni di salute che necessitano di essere monitorati e individuati, ambito nel quale il sistema è oggi deficitario.

Quattro sono i valori fondamentali che possiamo riassumere come elementi di supporto a questa visione:

Azione etica: progettare e fornire servizi assistenziali basati sull’equità, l’integrità, la correttezza ed il rispetto del genere e dei diritti umani;

Rilevanza: sviluppare servizi sanitari e socio sanitari guidati dai bisogni di salute, dall’evidenza e dalle priorità strategiche valorizzando l’infermieristica;

Consapevolezza: adottare modelli con approccio flessibile da implementare con il coinvolgimento delle comunità, delle aziende e delle organizzazione die liberi professionisti;

Partnership: lavorare insieme su obiettivi comuni, agire in collaborazione e supportare gli sforzi reciproci.

Necessario che la Regione investa nell’istituire indicatori di assistenza infermieristica da inserire specificatamente nel bersaglio MeS delle performance. 
Gli infermieri sono in grado di misurare gli esiti di salute per la popolazione, producendo un patrimonio di dati da mettere a disposizione di tutti gli stakeholders regionali compresi i cittadini stessi favorendo una visione olistica della persona. 
In questo senso lo sviluppo dei dipartimenti delle Professioni calati nella loro componente tecnico scientifica è fondamentale nella progettazione degli strumenti e dei modelli assistenziali.

Ma lo diventano nel loro duplice aspetto gestionale quando si parla di contingenti di lavoro sviluppando modelli per la previsione del fabbisogno della risorsa infermieristica che abbiano alla base un adeguato skill mix con tutte le professioni. 
Adeguandosi con l'aiuto di un sistema favorente ad una aderenza sempre più effettiva al nostro mandato professionale andremo ben facilmente e naturalmente a superare ogni dubbio perché ogni nostro atto sarà a supporto di un percorso definito che produrrà un risultato tangibile e misurabile di salute".

Nicola Draoli

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