\"Dicono che sia stato inghiottito dalla nebbia. Raccontano di averlo visto volare troppo basso, quasi radente ai pini della vallata dove adesso ci sono solo rottami dell' elicottero e cinque corpi da recuperare. I corpi dei due piloti, Giovanni Minetti («il più esperto di tutti» dicono alla Asl di Grosseto), e il suo secondo Paolo Brancaleon, entrambi 38 anni; di Niccolò Campo, 42 anni, livornese, medico del 118 e dell' infermiera Gemma Castorina, 44 anni, grossetana. Con loro c' era Paolo Maffellucci, 29 anni, lunedì sera rimasto ferito in un incidente in macchina a Grosseto rientrando a casa dopo il lavoro." Così scriveva la Repubblica quindici anni fa. 15 anni oggi da quel tragico evento ancora così presente nella memoria di tuttI noi e che il Collegio di Grosseto ricorda da sempre con il premio di ricerca intitolato alla Collega Gemma Castorina. Gli operatori della sanità esercitano in tanti ambiti diversi. Spesso il nostro lavoro si scontra con pericoli reali anche in contesti non immediatamente visibili nel loro rischio. Penso a quei colleghi sulle attività domiciliari che affrontano neve e ghiaccio per raggiungere assistiti in zone isolate. Penso a quei colleghi che si prendono cura di utenti psichiatricamente scompensati durante le loro fasi acute. Penso agli infermieri nella case circondariali. Ma penso anche ai tanti infortuni professionali: chi ha contratto malattie infettive e chi ha visto inesorabilmente degenerare malattie muscolo scheletriche dovute ai lunghi anni di lavoro in periodi avidi di DPI. Vi è insomma un mondo oltre a quello coraggioso dell'emergenza extraospedaliera che silenziosamente e sommessamente esprime il senso della relazione di aiuto spesso a scapito della propria salute e che in cambio ha sempre troppo poco. Curanti che a volte non è più possibile curare. Senza generalizzare ovviamente. Che accanto a tanti esempi di dedizione e professionalità certo abbiamo risacche su cui fare spesso autocritica e sovente severa. Ma questo scritto, ecco, questo breve scritto vuole suggerire a chi lo leggerà, e spero non siano solo sanitari, di fermarsi un attimo...appena un minuto...e ricordare tutti quei degni lavoratori della sanità - noti ed ignoti - che hanno dato la vita (In questo tragico caso insieme al loro assitito) o rischiato di dare la vita per portare aiuto e sollievo nella vita degli altri.
Per il Collegio IPASVI di Grosseto tutto, Nicola Draoli