Ed ecco arrivare nella serata diDomenicaun altro ingrediente per la ricetta salva servizio sanitario regionale di Rossi. Riporto testualmente: "Almeno in parte sarà possibile sostituire il gran numero di infermieri, che potranno andare in pensione, con un certo numero di giovani Operatori Socio Sanitari preparati, pieni di voglia di fare, e non ancora colpiti da quel fenomeno serio, come il burn out" Link: www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=26148
Sono così tante le leggerezze in una affermazione del genere che ho difficoltà ad organizzare una risposta. Diamo per ovvio che Rossi conosca bene le differenze di ruolo, profilo e responsabilità tra infermiere ed oss. Partendo da questo presupposto è interessante notare come la paventata sostituzione poggi su presupposti numerici e non ragioni nemmeno distrattamente su appropriatezza clinico assistenziale e competenze. Ci dica Rossi esattamente in quali servizi e linee di processo andrebbe a sostituire un infermiere con un OSS (e benvengano assunzioni di OSS se strategiche e non sostituitive dell'infermiere). Davvero la motivazione è che gli oss sono "giovani e pieni di voglia di fare?". Tutto qui? Queste sono le premesse per definire uno skill mix adeguato mantenendo tutte quelle trasformazioni auspicate, volute e cercate dalla regione a partire dall'intensità di cura? Ho una notizia incredibile per Rossi: "Ci sono anche moltissimi giovani infermieri toscani preparati e pieni di voglia di fare non ancora colpiti dal fenomeno del burn out" che al momento sono disoccupati. E di più: magari consideriamo il burn out come legato alle condizioni di lavoro in aggiunta allo stress proprio della professione piuttosto che all'età anagrafica; lo troverei più rispettoso. Ma forse tutto questo per lanciarci un messaggio: la sostenibilità del servizio sanitario regionale intende basarsi nel prossimo futuro sulle prestazioni domestico alberghiere ed assistenza di base. Al che diventa tutto molto chiaro. Spero che anche gli infermieri abbiano le idee chiare quando voteranno.
Nicola Draoli