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blsdLa tragica morte del cantante è motivo di lutto per tutti quelli che hanno amato la persona e l'artista ma ci offre alcuni elementi di discussione che valgono la pena essere affrontati.

I FATTI.

Pino Daniele soffriva di problemi cardiaci da molti anni, ha subito interventi di bypass aorto coronarico ed aveva alcuni fattori di rischio (noto è il suo diabete ed evidente il suo sovrappeso). Si sente poco bene durante il soggiorno nella sua casa della nostra Magliano tanto da sentire la necessità di chiamare il 118 per poi prendere la decisione di recarsi a Roma dal suo cardiologo di fiducia senza aspettare i soccorsi. Il mezzo del 118 viene quindi rimandato indietro dai familiari PRIMA di raggiugere l'abitazione e poter valutare il cantante per poi prenderlo in carico. Pino Daniele si dirige quindi verso Roma dal suo cardiologo di fiducia per poi giungere a destinazione probabilmente già in arresto cardiaco.

LA POLEMICA. (continua a leggere....cliccando su "continue reading")

Come sempre qualcuno grida al ritardo dei soccorsi. Pino Daniele ha fatto una scelta. Una scelta che si è rivelata fatale anche se, ovviamente, non possiamo immaginare come sarebbe andata diversamente ma solo ipotizzare che un rapido intervento avrebbe potuto produrre esiti migliori. Non vogliamo dare giudizi e vogliamo mantenere il massimo rispetto per tutte le volontà che ognuno di noi esprime lucidamente sulla sua salute ma questo non ci deve impedire di trarre elementi di discussione utili a tutti. I tempi del 118 sono tutti tracciati e su questo è doveroso dire con forza che chi si avventura nel dare giudizi o è in malafede o è disinformato visto che è tutto ampiamente documentato (come ogni intervento del 118). La ASL9 ha infatti reso pubblici i tabulati: L'Intervento si apre e si chiude in 19 minuti. il mezzo del 118 è nei paraggi dell'abitazione dopo 10 minuti ed infatti telefona per chiedere indicazioni più precise sull'ubicazione del casolare proprio nel lasso di tempo tra i 10 ed i 14 minuti dalla prima chiamata. È stato in quell'occasione che al personale è stato riferito dai familiari di tornare indietro. 

TEAM MULTIDISCIPLINARE E LUMINARI

Quello che più colpisce di tutta la vicenda è la sensazione di una cultura sanitaria semplicemnte fuorviante, che antepone un autorevole voce ad un intervento standardizzato da parte di un team multidisciplinare. In sanità, ma soprattutto nell'area dell'emergenza urgenza, gli interventi più sono standardizzati più producono risultati migliori. Marino Scherillo, già Presidente dell'Associazione Cardiologi Ospedalieri, ci dice infatti: non è insolito che un paziente richieda l’assistenza del proprio cardiologo, ma se lo specialista non è raggiungibile in tempi brevi ciò può presentare rischi: il consiglio, nei casi di emergenza, è quello di affidarsi all’unità Coronarica sul territorio.

EDUCAZIONE SANITARIA

Il tempo e le manovre salvavita conosciute anche dai laici sono due aspetti importantissimi per prevenire morti correlate ad infato miocardico acuto. Nostro impegno sarà quello di promuovere una serie di corsi di rianimazione cardio polmonare (chiamati blsd) gratuiti alla cittadinanza

Vediamo adesso nel dettaglio alcune informazioni utili per il cittadino

INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE SU UN PAZIENTE COLPITO DA INFARTO SPESSO SIGNIFICA SALVARGLI LA VITA.
L’Infarto Miocardico Acuto (STEMI = ST Elevation Myocardial Infarction) è una sindrome conseguente all'occlusione improvvisa di un’arteria coronaria. Essa si verifica poichè all’interno delle coronarie si possono formare depositi di sostanze grasse, le placche, costituite in particolare da colesterolo, che ostacolano la normale circolazione del sangue.
Alcuni attacchi cardiaci si manifestano in maniera improvvisa e intensa, non lasciando quindi alcun dubbio, nel soggetto colpito, di che cosa stia accadendo. Molti altri, invece, cominciano lentamente in maniera subdola con lieve dolore o sensazione di disagio. 

COME SI MANIFESTA?

I principali sintomi di un inizio di infarto del miocardio sono:
Dolore al torace: senso di forte oppressione, peso, costrizione dolorosa al centro del petto che dura alcuni minuti, può andare e venire o protrarsi nel tempo
Dolore in altre zone: il dolore può irradiarsi ad una o ad entrambe le braccia, alle spalle o al dorso, al collo, alla mandibola oppure allo stomaco
Fiato corto: spesso accompagna il dolore o può precederlo
Altri segni: sudorazione fredda, nausea, senso di stordimento o di svenimento, grave malessere
Tipicamente nel paziente diabetico, talvolta anche nell’anziano (due popolazioni ad alto rischio per Infarto), l’esordio di uno STEMI può in alcuni casi non essere accompagnato dai sintomi sopra descritti, oppure essi si presentano in forma sfumata: sono i cosi detti “Infarti silenti”. 
In questi casi il “fiato corto”, talvolta associato a “nausea intensa accompagnata o meno da vomito”, devono portare il paziente al sospetto di un infarto in corso. 
SE AVVERTI UNO O PIÙ DI QUESTI SEGNALI DI ALLARME CHE PERSISTONO PER ALMENO 5 MINUTI NON PERDERE TEMPO, CHIAMA IL 118.

COME SI CURA?
I trattamenti "salva-vita" dopo l'infarto hanno come obiettivo principale la riapertura della coronaria occlusa nel più breve tempo possibile. Due interventi terapeutici possono essere utilizzati per ricanalizzare rapidamente la coronaria e permettere rapidamente che il flusso sanguigno sia ripristinato nella normalità:
L’Angioplastica primaria (ovvero eseguita durante uno STEMI), che eseguita in tempi adeguati, ha mostrato di essere il trattamento di scelta dell’infarto, perché più efficace (aumenta il numero di riaperture/riperfusione delle coronarie, riduce il numero di riocclusioni, migliora la funzione di pompa del cuore e la sopravvivenza) e più sicuro.
La Trombolisi (o Fibrinolisi): benché il trattamento farmacologico mediante trombolisi sia un sistema di riperfusione più facilmente disponibile, la sua efficacia è paragonabile a quella dell’angioplastica solo se applicata entro le prime 2 ore dall’insorgenza del dolore.

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