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Con riferimento alla sentenza 266/2016 del Tribunale di Venezia, che ha assolto un infermiere dall’accusa di esercizio abusivo della professione a seguito della mancata iscrizione all’albo lpasvi (riportata su Quotidiano Sanità del 6 Marzo scorso all’indirizzo 
http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-profe…/articolo.php…), si tiene a precisare per non generare confusione che:
- La sentenza del tribunale di Venezia sopra riferita è stata resa in primo grado e potrebbe essere riformata all’esito di successivo giudizio di impugnazione, e che in tal senso la Federazione è già attiva.
- In base alla legge e secondo quanto nuovamente dichiarato dalla Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi, che


“l’iscrizione agli albi professionali per l’esercizio della professione è obbligatorio, ai sensi della Legge 43/2006 (http://www.parlamento.it/parlam/leggi/06043l.htm)
che non è attuata solo per quanto riguarda la delega per la costituzione degli ordini professionali (articolo 4) delle professioni sanitarie, ma è in vigore per tulle le altre previsioni, compresa quella prevista dall’articolo 2, comma 3.
- Il ministero della Salute ha già dato, su richiesta della Federazione Ipasvi, la sua interpretazione autentica della legge, che si riassume nei seguenti punti:
1. L'obbligatorietà dell’iscrizione all'albo professionale sancita dall'articolo 2 comma 3 della legge 43/2006, estesa anche ai pubblici dipendenti, è requisito essenziale e indispensabile per poter svolgere senza condizioni l'attività sanitaria sia come libero professionista. sia nell'ambito del rapporto di servizio in regime di lavoratore dipendente,
2. Della Legge 43/2006 solo l'articolo 4, concernente lo concessione della delega al Governo per l'istituzione degli Ordini professionali, risulta essere inapplicabile, in quanto il termine temporale per l'approvazione del relative decreto legislative è scaduto. I restanti articoli delta legge, e quindi anche l'a11icolo 2 comma 3, sono vigenti,
3. In conseguenza della mancata attuazione della delega il principio dell’obbligatorietà di iscrizione all’albo professionale per l’esercizio della professione non vale solo nel confronti delle professioni per le quali non esiste un albo professionale.
4. La Legge 43/2006, d’altra parte, ha avuto piena attuazione per tutte le sue parti diverse dall’articolo 4, come ad esempio nel caso dell’articolo 6 rispetto al quale l’accordo
Stato-Regioni del l° Agosto 2007 ha istituito Ie funzioni di coordinamento per Ie professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione.”
Va inoltre tenuto di conto che i cittadini stranieri comunitari e non comunitari, che vogliano esercitare la professione infermieristica in Italia sono obbligato per Legge ad iscriversi all’albo. Considerare obbligatoria l’iscrizione all’albo solo per i cittadini stranieri creerebbe una disparità ingiustificata di trattamento tra cittadini, contraria ai principi sanciti dalla nostra Costituzione e dai trattati europei.
Tra l'altro, il decreto sui concorsi nel pubblico impiego richiede come requisito l'iscrizione all'albo professionale.

Detto tutto questo una nota personale. Possiamo discutere giorni sui mandati di un Ente ordinistico, se questi sono capaci di incidere nella salute dei cittadini attraverso la valorizzazione e la vigilanza deontologica di una professione, dove stanno le criticità e come possiamo risolverle. Il nostro è un mandato pro tempore al servizio della professione e del tutto gratuito. Guai ad identificare l'IPASVI con l'attuale Presidente e l'attuale consiglio direttivo. IPASVI è la massima espressione dell'auto rappresentatività, dove un bacino di professionisti si vota liberamente l'un l'altro. IPASVI dovrebbe potersi identificare con tutti i professionisti appartenenti in un doppio binario di risposte e supporto da un lato e proposte e partecipazione da un altro. IPASVI è comunque una figura istituzionale che ha le possibilità di interfacciarsi con le altre figure istituzionali sanitarie e politiche.Come in tutte le cose poi sono le persone a dare gambe, voce e mani al tutto. Consiglieri certo ma tutti noi. IPASVI dovrebbe essere una risorsa da preservare e, se non funziona, è possibile cambiarla mettendosi in gioco, passando il testimone di volta in volta mantenendo vive le buone cose e trasformando quelle meno buone come solo una partecipazione allargata può fare. Scusate il "pistolotto" ma chi mi conosce sa che non è infarcito di retorica, e che credo davvero in queste parole. Un caro saluto e vi ricordo che domani alle 15.00 c'è l'assemblea annuale degli iscritti. Vi aspettiamo!

Nicola Draoli

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