Per noi infermieri "ponte", compreso questo del primo maggio, è spesso solo una parola che non riporta certo alle fetività. Conosciamo probabilmente meglio altri ponti: quelli relazionali, quelli culturali, quelli che ci mettono in comunicazione con chi ha bisogno di noi. Eppure il primo maggio è la festa dei lavoratori e merita di essere comunque festeggiata anche da chi, come molti di noi, lavora. Intanto perché ci sono molti colleghi che non hanno la fortuna di poter lavorare, poi perché questa ricorrenza nasce per sottolineare i diritti conquistati dai lavoratori , diritti che rischiamo ogni giorno di perdere un pezzettino alla volta nella compromissione della nostra dignità lavorativa.
Quale riflessione augurarci in questi giorni quindi? Probabilmente l'augurio e l'incoraggiamento ad impegnarsi sempre di più, ognuno di noi, per rendere il nostro ambiente lavorativo migliore, per rendere la nostra società sempre migliore, per garantire un'assistenza degna di questo nome nei contesti dove operiamo. Ognuno di noi può e deve lottare per dare dignità non solo all'ambiente lavorativo, ma a quello civile e sociale nel quale viviamo.
Dobbiamo andare insieme verso comuni obiettivi, ognuno con i suoi ruoli, ognuno nelle sue posizioni, ma certamente avendo ben presente che ognuno di noi, a livelli diversi, ha la responsabilità ed il poter di contribuire ad un sistema migliore.
"La vita ha due doni preziosi: la bellezza e la verità. La prima l’ho trovata nel cuore di chi ama e la seconda nella mano di chi lavora. (Khalil Gibran)"