Pubblichiamo con piacere questa bella testimonianza dei neo colleghi Jasmine Lodola e Aldo Boemia
Il giorno della dissertazione della tesi, da noi studenti (ormai ex) viene immaginato più volte durante il percorso universitario. “Voglio trovare un bell’abito per quel giorno” oppure “sarò in grado di parlare davanti a tante persone senza imbarazzarmi?” sono le domande che rimbombano nelle nostre teste quando quel giorno sta per arrivare.
Per questa volta, la nostra volta, qualcosa è cambiato: le nostre domande sono cambiate. C’è un’emergenza sanitaria e le domande che ci siamo posti avevano adesso l’aria di: “starò bene in videochiamata?” oppure peggio ancora, “la mia connessione sarà dalla mia parte quando toccherà a me?”. Questo perché la nostra Università, l’Università degli Studi di Siena, ha avuto modo di predisporre ed attivare la ormai famosa “didattica a distanza”. E, se proprio dobbiamo dirla tutta non è stato affatto male: abbiamo usato Google Meet ed abbiamo avuto anche l’opportunità di condividere, attraverso un link per lo streaming, la discussione della tesi e la proclamazione con i nostri parenti. Possiamo assicurare che l’emozione e la commozione sono state le stesse; possiamo assicurare che l’ansia da prestazione è stata tanta, nonostante ci trovassimo nel luogo a noi più familiare possibile: la nostra casa. E per tanti di noi, che hanno i parenti lontani e che quindi, in tempi normali, non sarebbero potuti essere presenti, questa modalità a distanza ha giovato molto: tutti vicini, anche se distanti.
Ci siamo sentiti dire tante volte, da parenti e amici “dovreste rimandare la vostra laurea, ora cercano nuovi infermieri per potervi mettere anche a voi in prima linea: ne varrà la pena? E poi non avrete la festa di laurea che tanto avete sognato!” Bhè, che dire… A prescindere dalla festa di laurea (che è vero, ogni studente meriterebbe di avere) e, a prescindere dal doversi sentir dire attraverso uno schermo il tanto atteso “la proclamo dottore in Infermieristica”, abbiamo scelto di fare gli infermieri anzi abbiamo scelto di ESSERE infermieri, ed è proprio questo il momento di mostrare l’empatia verso il prossimo, soprattutto verso i nostri colleghi. Quindi si, se c’è da dare una mano, se ci sarà bisogno di essere in prima linea, saremo lieti di farlo: siamo qui!