I social. Croce e delizia del nostro tempo e sicuramente frutto di analisi sociologiche molto interessanti. Il perchè di questa riflessione estremamente sintetica mi sovviene da questa notizia: "Un'infermiera definisce "schifosa" su facebook una malata: il Collegio Ipasvi interviene
LEGGI LA NOTIZIA QUI: http://ipasvi.telpress.it/news/2014/01/08/2014010802779112014.PDF ". SI tratta di quella triste ondata violenta nei confronti della ragazza che si era pubblicamente dichiarata a favore della sperimentazione animale. Ora, succede spesso che facebook ,nonostante il NON anonimato, tenda a far sentire le persone protette, al sicuro e libere di dare sfogo ai loro sentimenti più viscerali. Questo dell'attacco gratuito e istintivo si reitera a piè sospinto (vedi ultimamente gli auguri di morte a Bersani) e va ben oltre a ragioni e torti perchè semplicemente esula da ogni civile dialettica di confronto. Noi, come professionisti, tendiamo spesso a sottovalutare l'impatto di alcune nostre esternazioni. Lasciamo perdere il decoro professionale, le violazioni al codice deontologico e le azioni disciplinari che ne conseguono, ma pensiamo al rischio continuo di ledere privacy e sensibilità dei nostri utenti (che magari ci diventano "amici di facebook" dopo la dimissione) senza neanche accorgersene. Dobbiamo tener sempre presente che nella nostra vita pubblica siamo due persone distinte e complementari: Mario Rossi cittadino e Mario Rossi Infermiere, incaricato di pubblico servizio. Scrivere su facebook senza impostare settaggi adeguati di privacy o commentando profili pubblici molto seguiti equivale a prendere un microfono e urlare dal palco del primo maggio. Bisogna quindi prestare molta attenzione a ciò che si dice e come lo si dice che non equivale assolutamente a rinunciare a dire qualcosa sia inteso! Un esercizio mica facile mi rendo conto: talmente difficile, anzi, che io appena eletto Presidente mi sono rimosso da facebook per evitare un cattivo utilizzo dello stesso e solo ora, dopo due anni di esperienza, sono pronto a riaprire il mio profilo. E questa è forse la lezione che abbiamo dimenticato nell'epoca della libera voce in libero spazio in tempo reale: il peso delle parole e l'arte del "correttore di bozze" che studia più volte lo scritto primo di editarlo. Ma i social sono strumento assai utile se usati correttamente, noi come Collegio di Grosseto ci crediamo molto, non ne abbiamo paura e, anzi, devo dire che nelal nostra pagina facebook mai un commento è stato moderato e tutti sono stati di grande spessore. La pagina facebook ci è di grande aiuto nel diffondere in tempo reale notizie e scambiare confronti con tutti noi. Un codice di comportamento è però opportuno e non a caso è stato redatto a livello nazionale. Eccolo qui:
http://www.ipasvi.it/attualita/gli-infermieri-sui-social-media-usarli-correttamente-e-un-opportunita-id1109.htm