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obitorioGli infermieri devono trovare nel loro mandato principale l’assistenza a chi ha bisogno di cure infermieristiche e non in attività che sono deputate a personale tecnico di categoria B.

Il momento del lutto è un momento di assoluto “caring” che noi infermieri ci troviamo purtroppo spesso a gestire. È necessaria quindi la professionalità nell’accompagnare emotivamente la famiglia, nel preservare eventuali altri degenti da un “transfer” che potrebbe impattare negativamente nel loro decorso pisco fisico durante la degenza e nel prestare le prime attenzioni alla salma sia per permettere le constatazioni legali del decesso sia per garantire quella dignità che il momento del lutto richiede.

Dopodiché il percorso verso l’obitorio con le attività che ne conseguono, sia fisicamente che logisticamente, non può essere un mandato infermieristico special modo se questo allontana il professionista dal suo mandato prioritario. Esistono i tecnici necrofori e a loro, anche prevedendo una esternalizzazione, l’Azienda deve ricorrere sempre.

Il caso sollevato non riguarda la nostra Provincia ma senza dubbio come Ordine di Grosseto sottoscriviamo un deciso “NO” all’istituzione in orario di servizio di attività di trasporto salma che, oltre ad essere chiaramente demansionante ed improprio, sguarnisce il setting di cura  e, consapevoli che sia una consuetudine isolata, siamo sicuri verrà presto sanata anche in virtù dell'incontro propositivo svoltosi oggi (16 maggio per chi legge ndr) con la Direzione Generale.

Diverso è invece il caso in Azienda Sud Est dove colleghi, insieme a OSS e altro personale di supporto, si sono volontariamente prestati ad una reperibilità per tale servizio. Questo fa molto dispiacere perchè  non è davvero possibile chiedere ad altri la valorizzazione delle competenze se noi per primi ci prestiamo a barattarle.

Ma attenzione! Il nostro contratto e il nostro ritorno economico è così misero rispetto alla nostra funzione che davvero diventa difficile, per quanto doveroso per l’Ente che rappresento, chiamare a giudizio colleghi che cercano percorsi formali per aumentare introiti. Non so se con uno stipendio diverso certe storture non esisterebbero, vorrei davvero pensare che sia così ma ho paura della risposta. Anche la FNOPI insiste, ad esempio, sul riconoscimento della libera professione inttramuraria ma, ad oggi, un infermiere dipendente pubblico  non solo non ha niente di cui gioire a fine mese ma non ha nemmeno altre possibilità a meno che non chieda un part time al 50% e, anche in quel caso, non è detto che possa svolgere altrove la professione. Questa è la vera desolazione ed il vero corto circuito professionale che però non deve essere utilizzata da nessuno per compromettere l'immagine professionale e il mandato prioritario infermieristico.

Chiederemo quindi al Dipartimento delle Professioni Infermieristiche Ostetriche di valutare da subito l'impiego dei fondi ad oggi usati per garantire reperibilità nel servizio di trasporto salme, in altre reperibilità professionalizzanti e più utili, banalmente anche solo a  garantire eventuali turni scoperti, e comunque di individuare progetti incentivanti utili ai mandati Aziendali ma coerenti con il profilo professionale dell'infermiere. Ad ogni buon conto il servizio trasporto salme è servizio da affidare a personale tecnico necroforo, non certo infermieristico. 

Il Presidente Nicola Draoli, 16/05/18

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