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stampaCari colleghi, questo è un caso un po' border line su cui intervenire come potete leggere dal testo della mail. Abbiamo comunque ritenuto di produrre una nota se non altro per sensibilizzare la redazione in oggetto.

 

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Gentile Direttore del "Redattore Sociale"
leggiamo con perplessità  un vostro articolo del 29/05  dal titolo "I profughi? Contadini, meccanici, attori, infermieri. Così la Toscana valorizza i migranti" (http://www.redattoresociale.it/Notiziario/Articolo/536362/I-profughi-Contadini-meccanici-attori-infermieri-Cosi-la-Toscana-valorizza-i-migranti). Leggendo il testo non vi è riferimento  alla figura professionale dell'infermiere così come non vi è riferimento al profilo dell'infermiere nel progetto Toscano. la nostra impressione è che il progetto riportato intenda riferirsi all'intercettazione e alla valorizzazione di figure non qualificate e ad ogni modo un titolo così composto genera confusione tra i lettori che immaginano il percorso professionale dell'infermiere come un tirocinio di formazione professionale tipico dei mestieri e non certo delle professioni . Non ci sarebbe nulla di male a creare un database con i curriculum dei migranti e certamente un migrante può aver conseguito il titolo di infermiere ma in questo caso un cittadino  straniero che intenda svolgere la professione infermieristica, può esercitare in Italia previo riconoscimento del titolo acquisito dagli enti Ministeriali ed esame presso un apposita commisione istituita negli Ordini provinciali. Crediamo quindi che il titolo in realtà abbia voluto con la parola infermiere raccogliere un composto variegato di arti e mestieri al servizio della persona. Se così fosse si chiede quindi la rettifica del titolo fuorviante  per l'immagine professionale  a norma dell'articolo 42 della legge 416/1981. Accade infatti ormai troppo spesso che i giornali, per rendere più appetibile o semplificata una notizia, utilizzino in modo improprio la qualifica dell'infermiere per riferirsi a tutt'altre figure. L'infermiere è un professionista laureato con laurea triennale e magistrale biennale che può frequentare master e corsi di specializzazione fino ad arrivare alla direzione di strutture complesse. Siamo certi che questo confronto sia di utilità per entrambi al fine di definire con più completezza notizie che riguardino la professione che rappresento.
Un distinto saluto
Il Presidente Dr. Nicola Draoli

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