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rabbia pcUn piccolo intervento ma che merita di essere qui descritto per ragionare insieme su alcuni aspetti del nostro vivere la professione ed il rapporto con il Collegio. Girava un annuncio da parte di un OSS decisamente lesivo nei confronti della professione infermieristica oltre che inesatto da un punto di visto normativo e professionale e chiaramente ingannevole per la cittadinanza  (CLICCA QUI PER LEGGERLO). Ad ogni modo l'annuncio è on line da maggio. Ora qualcuno potrebbe pensare che il Collegio iPASVI annoveri a pagamento personale incaricato di scovare ed indagare annunci di questo tipo che, purtroppo, girano in abbondanza ovunque. In realtà, almeno il vostro, non ha di queste risorse e, come detto più volte, mi piace guardare  al Collegio sì come ad un espressione istituzionale e formale di un intera comunità  professionale provinciale che individua i suoi rappresentanti, ma che si muove con reale senso e compiutezza solo se agito, pensato e supportato da tutti noi. Spesso non è così e i perchè potrebbero essere innumerevoli e molto interessanti da analizzare ma non è questo il fine del discorso. Il fine è che quando riusciamo a sentirci comunità, senza polemiche, in pochi passaggi si risolvono piccole e grandi questioni come la tutela dell'immagine professionale che è sempre attività molto importante da presidiare ma che richiede occhi e orecchie disseminati ovunque. Arriva una mail da un collega di  Torino che seganala l'annuncio. Per mia indole cerco sempre prima il dialogo, quando possibile, partendo dal presupposto dell'ingenuità e della superficilità come caratteristiche che abitano tutti noi nella vita prima o poi. Quindi decido di chiamare direttamente l'OSS per spiegargli quello a cui sarebbe andato incontro. Lui rimuove immediatamente l'annuncio dal web con le sue scuse. Fine della storia. Comunque, perchè la racconto? Solo dopo l'accaduto mi accorgo che su una pagina facebook è riportato l'annuncio. Ci sono circa una sessantina (60!) commenti indignati ma una sola segnalazione giunta al Collegio. Poteva arrivare sulla nostra pagina facebook, in un messaggio privato, c'è un form per i messaggi diretti sul sito. Insomma il tempo di scrivere su quella pagina sarebbe stato lo stesso per scrivere a noi. Ed un altra cosa mi ha colpito: l'OSS non si ricordava nemmeno dove e cosa aveva scritto. Ecco, Mi lascia degli interrogativi questo uso del web. In pochissimi minuti tramite i mezzi di comunicazione moderni potremmo tessere trame di buon raccordo tra tutti noi per portare a casa piccoli ed insignificanti risultati come questo ma che, insieme a tanti piccoli ed insignificanti risultati, diventano  disegno più grande e significante. Invece da una parte il social ci porta a lamentarci senza agire. Dall'altra parte, come nel caso dell'operatore socio sanitario, ad esprimere con leggerezza e superficialità qualcosa che poi rimane agli atti e rischia di diventare motivo di problemi piuttosto incresciosi. Usiamoli bene i social ed il web! Abbiamo delle opportunità enormi che possono coagularci ed identificarci. Proviamo a farlo! 

Nicola Draoli

 

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