Tratto dalla pagina facebook di medbunker del Dott Di Grazia:
Chi lavora in pronto soccorso lo sa. Molte volte tra "dentro" e "fuori" si respira un'aria diversa. Chi è dentro sta lavorando e non certo con qualcosa di piacevole.
In un pronto soccorso arrivano persone sofferenti, a volte in fin di vita, altre volte con condizioni che richiedono attenzione altissima. Spesso la vita di chi è dentro è appesa ad un filo mentre fuori, altre volte, ci sono molte persone con disturbi lievi o non gravi.
Un servizio sanitario australiano ha organizzato una campagna molto interessante: "lascia che curi".
"Aspettare non è un'emergenza".
[...] La regola è che verrà curato prima chi ne ha più bisogno ma non tutti lo capiscono. [...]
Si deve però analizzare anche il punto di vista di chi è fuori, di chi ha un disturbo lieve e che, spaventato o agitato, si arrabbia perché "aspetta troppo".
Non è raro assistere a crisi nervose, urla, addirittura aggressioni.
Come si può perdere la pazienza solo per aver aspettato (anche ore...) in un luogo dove accadono eventi drammatici? [...] Per questo serve educazione e spero che, prima o poi, anche in Italia si educhi in questo senso.