Premessa
È di questi giorni l'iniziativa del Collegio IPASVI di Torino su condizioni altamente lesive i diritti lavorativi e la dignità professionale. Iniziativa forte, che ha assunto valenza nazionale, e che trovate descritta qui: http://www.ipasvi.it/attualita/ipasvi-torino-no-agli-infermieri-operai-interviene-la-giunta-id2000.htm. Tale cassa di risonanza ci è servita come ulteriore sprono ed esempio per ragionare su cosa noi possiamo fare anche nella nostra realtà.
La nostra percezione ed esperienza
Abbiamo avuto nel tempo sporadiche segnalazioni su cui siamo intervenuti con molte difficoltà ma che, a parte un caso particolarmente eclatante, non sembrano comunque rispecchiare la gravità della zona piemontese. Ma, in onestà, non abbiamo riferimenti certi. Abbiamo una commissione di vigilanza Aziendale rinnovata che ha dichiarato un impegno molto forte e consapevole e in cui vediamo tutti i presupposti per una collaborazione proficua (vedi Assistenza infermieristica in RSA. Un opportunità per fare sinergia con Il Dipartimento Infermieristico grazie alle nuove Commissioni Multidisciplinari dell'Azienda Toscana SudEst) ed un assessorato regionale che si è più volte dichiarato sensibile ed attento sulla tematica.
Tuttavia abbiamo anche la percezione e l'esperienza di una grandissima paura dei colleghi a denunciare e segnalare casi di demansionamento reiterato e umiliante con i gravi rischi che ne conseguono per l'utenza oltre che per gli operatori stessi. Ci resta al momento molto difficile avere una casistica ed una panoramica concreta delle criticità in ambito privato.
Cosa abbiamo pensato di fare?
La nostra interlocuzione deve passare dagli organi presposti e dall'amministrazione locale ma abbiamo bisogno prima di avere una minima casistica che avvalori il tutto, che le percezioni o singoli casi non possono bastare. Ci affidiamo quindi a voi. Se lavorate in ambiti privati e ritenete che ci siano delle condizioni degne di attenzione (demansionamento strutturato e formalizzato, contratti illegittimi per inquadramento professionale, condizioni di lavoro pericolose per se e per gli altri o che ledono la dignità dell'assistito oltre che del professionista) inviateci segnalazioni anonime ma ben dettagliate e circostanziate a mezzo posta cartacea o chiedete incontri riservati con noi. Una segnalazione anonima non ha ovviamente la forza etica e legale (ad esempio non ha nemmeno obbligo di essere protocollata) per un intervento realmente efficace ma servirà a noi e a voi per avere un quadro reale della situazione della nostra provincia. Facciamo emergere i casi se vi sono. Aiutateci ad iniziare un percorso di cambiamento attraverso la ricognizione delle vostre esperienze.