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infermiere di famigliaGentili colleghi. La vicenda del corso SIGG (http://www.ipasvi.it/attualita/sigg-niente-corsi-alle-badanti-gli-atti-sanitari-sono-di-medici-e-infermieri-id1815.htm) merita di essere affrontata, a nostro avviso secondo logiche diverse e più attinenti al nostro specifico disciplinare.

A tal proposito vi giro un mio editoriale di qualche tempo fa del tutto attinente: CHI HA PAURA DELLE INTRAMUSCOLO?

 

C'è un bisogno importante sul territorio, che è quello di governare i processi sulle cronicità anche attraverso l'educazione dei caregivers (tra cui le badanti rientrano sempre più spesso e a pieno titolo). Non dobbiamo temere che una badante faccia un intramuscolo a patto che sia l'infermiere il professionista che governa i modelli educativi. Che valuti quella badante. Che certifichi l'attribuzione di competenze. Che stili il piano assistenziale in cui inserire quelle attribuzioni. Che verifichi costantemente. E che certifichi avendo infine capacità di RIMUOVERE quell'attribuzione quando il caregivers non si dimostra adeguato o la persona modifica i propri bisogni assistenziali, e che possa quindi attivare reti e percorsi diversi di concerto, ovviamente, con il medico di medicina generale. Questo approccio nel territorio, nelle cure primarie, esiste già e rafforza l'identità professionale che non si identifica con un atto destinato a scomparire nel tempo (già esistono sistemi per prelievi venosi transdermici automatizzati ad esempio...la tecnologia trasforma e semplifica gli atti sanitari fino a renderli non più sanitari) ma con una presa in cura complessa ed autonoma. Non è l'atto in se che deve destare  stupore quanto che il tutto sia confinato in un corso una tantum dove non si capisce l'infermieristica dove sia collocata. Le attribuzioni di competenze a domicilio devono essere seguite, monitorate, rivalutate, certificate. Non trasferite competenze professionali a laici nella parentesi di un corso che non prevede continuità di cura. Ma soprattutto dispiace  che si generi domanda ed offerta su un corso simile. Investire sull'infermiere di famiglia è la via che il servizio sanitario regionale deve ampliare e seguire. Ecco quindi che, sulla spinta di quello che è successo, rivolgiamo tale richieste all'Assessore Stefania Saccardi. Investire sull'infermiere di famiglia!

 

Di seguito il testo della lettera a firma dei Presidenti IPASVI Toscana

 

All'Assessore Stefania Saccardi, Regione Toscana

e P.C. Dott Nicola Ferrara  - Presidente SIGG

Oggetto: CORSO di FORMAZIONE per CAREGIVERS di ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI. Implementiamo l'infermiere di famiglia!

Gentile Assessore. La SIGG, Società Italiana Geriatria e Gerontologia, organizza anche in Toscana - citiamo -   "un corso di formazione per badanti e  familiari di anziani non autosufficienti, finalizzato alla presa in carico della persona in ambito sanitario, dalla somministrazione farmaceutica alle intramuscolari fino ai consigli sull'alimentazione". La vicenda ha suscitato scalpore e disappunto tra gli infermieri poiché tra i contenuti didattici si citano atti sanitari, in particolare le iniezioni intramuscolari, in realtà smentiti successivamente dai responsabili della SIGG stessa.

Come infermieri inseriti nel SSR Toscano vogliamo posizionarci con forza a supporto e sostegno di un modello organizzativo  territoriale che la Toscana punta da sempre a sviluppare e valorizzare. A supporto perché la richiesta di aiuto e sostegno da parte dei familiari che hanno in carico una persona non autosufficiente è sempre più pressante ed urgente e organizzazioni spontanee di corsi di formazione di questo tipo stanno diventando frequenti e capillari. Preoccupa che esista offerta di un corso di formazione simile. Preoccupa perché dovrebbe essere Il sistema Sanitario Regionale a far fronte a questo importante bisogno grazie agli infermieri che questo sistema rappresentano, istituendo l'infermiere di famiglia con un rapporto adeguato a  fronte dei nuovi profili di salute, e non lasciando che tale bisogno sia intercettato da altre, sicuramente autorevoli, figure. Assessore: Bisogna mantenere il governo dei nuovi bisogni di salute. È un infermiere di famiglia fortemente strutturato quello che chiediamo che però non ha mission principale di natura prestazionale.  A noi non preoccupano gli atti sanitari nella sua esecuzione quando si parla di cronicità, di fragilità e di domicilio. Noi infermieri, nel contesto delle cure primarie, abbiamo sviluppato da tempo modelli certificatori su base fiduciaria di educazione nei confronti dei caregiver che non temono attribuzioni di competenze tecniche, perché non sono le competenze tecniche ad identificare noi infermieri. Noi infermieri ci inseriamo con risultato nel governo dei processi, nell'attivazione della rete, mantenendo la posizione di garanzia nei confronti dell'assistenza al cittadino, ponendo capacità certificatorie nei confronti dei caregiver che richiedono valutazione, supervisione, affiancamento ed attribuzione di interventi secondo un piano assistenziale infermieristico o su base collaborativa, in un circolo continuo a garanzia di qualità, efficacia ed efficienza. Quello che a noi preoccupa nei corsi come questo della SIGG è riscontrabile in questo  passaggio: "il Corso si prefigge i seguenti obiettivi: Capacità di identificazione dei bisogni e delle problematiche fisiche, psicologiche, assistenziali e curative delle persone anziane non autosufficienti;"

Queste, Assessore, sono le competenze che sentiamo davvero nostre e che non intendiamo trasferire. Poniamo infermieri nei processi territoriali in numero adeguato, nel loro naturale ruolo di care manager, affinché siano messi in grado di sviluppare empowerment nella popolazione, di fornire cultura sanitaria, di gestire ed attivare i percorsi e le reti, di rilevare i bisogni di salute della popolazione. Diamo possibilità agli infermieri di diventare punti di riferimento per tutte le famiglie che hanno bisogni socio sanitari complessi perché gli infermieri sono in grado di rilevare trattare e risolvere gran parte di questi bisogni. Noi infermieri vogliamo concorrere ad un sistema che sia davvero rispettoso di efficacia ed efficienza e le basi disciplinari della nostra professione lo sono profondamente: rafforziamo l'azione di un sistema sanitario che sia in grado di garantire ai propri cittadini che hanno in carico una persona non autosufficiente la sicurezza di una risposta multidisciplinare ai loro bisogni, senza guardare ad altre iniziative suppletive al sistema sanitario regionale. Istituiamo un infermiere di famiglia forte che lavori in profonda sinergia multiprofessionale e multidisciplinare. Certi della sua fattiva ricezione, ci mettiamo come sempre a disposizione.

Per i Presidenti dei Collegi IPASVI di

AREZZO Dr Cosimo Molinaro

FIRENZE Dr Danilo Massai

LUCCA Dr.ssa Maria Cristina Orsi

MASSA CARRARA Dr.ssa Brunella Venturini

PISA Dr Emiliano Carlotti

PRATO Dr Matteo Cecchi

PISTOIA Dr David Nucci

SIENA Dr Michele Aurigi

Il Presidente del Collegio IPASVI di GROSSETO Dr. Nicola Draoli

 

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